Covid: variante inglese è più mortale. Regno Unito (e non solo) nei guai

Violetta Silvestri

23/01/2021

La variante inglese del Covid potrebbe essere più mortale. A dirlo è la scienza. E in attesa della conferma, il Regno Unito resta in una situazione drammatica.

Covid: variante inglese è più mortale. Regno Unito (e non solo) nei guai

Covid: le prime prove suggeriscono che la variante nel Regno Unito potrebbe essere più mortale. Con questa supposizione in corso di valutazione scientifica, Boris Johnson ha avvertito la nazione di tempi ancora molto difficili e drammatici sul fronte pandemia.

Non è solo il Paese anglosassone, però, a essere scosso da questa novità preoccupante: tutto il mondo, Europa in primis, resta in allerta per la diffusione repentina dei ceppi di virus modificati.

Quali aggiornamenti stanno arrivando sul fronte variante inglese?

Covid: il ceppo inglese è più mortale? I primi dati scientifici

Non c’è ancora certezza e manca l’ufficialità dei dati, ma la percezione ormai diffusa è che la variante inglese del coronavirus sia più letale del ceppo originale.

Lo stesso Boris Johnson, in un suo discorso alla nazione di ieri, venerdì 22 gennaio, non ha nascosto la forte preoccupazione per questo allarmante aggiornamento. Affiancato dal suo staff di consulenti medici ha annunciato:

“Oltre a diffondersi più rapidamente, ora sembra anche che ci siano alcune prove che la nuova variante possa essere associata a un più alto grado di mortalità

Cosa dice, quindi, la scienza? La Public Health England, l’Imperial College di Londra, la London School of Hygiene and Tropical Medicine e l’Università di Exeter stanno valutando quanto sia letale la nuova variante. Le loro prove sono state analizzate dagli scienziati del New and Emerging Respiratory Virus Threats Advisory Group (Nervtag).

Il gruppo ha concluso che esiste una “possibilità realistica” che il virus sia diventato più mortale, ma questo elemento va ulteriormente certificato.

Sir Patrick Vallance, il principale consigliere scientifico del Governo, ha chiarito: “Voglio sottolineare che c’è molta incertezza su questi numeri e abbiamo bisogno di più lavoro per ottenere una gestione precisa, ma ovviamente è una preoccupazione che la variante abbia un aumento della mortalità e della trasmissibilità”

Negli studi svolti al riguardo, il ceppo inglese risulta che si diffonde tra il 30% e il 70% più velocemente e ci sono indizi che sia circa il 30% più mortale.

Ad esempio, con 1.000 persone di 60 anni infettate con la vecchia variante, ci si potrebbe aspettare che 10 di loro moriranno. Ma questo sale a circa 13 con la nuova variante.

Come riporta Bloomberg, secondo la London School of Hygiene & Tropical Medicine e l’Imperial College di Londra la mortalità sarebbe dal 29% al 35% più alta nelle persone infette dalla variante rispetto a quelle portatrici del ceppo originale del virus. L’Università di Exeter ha concluso che il rischio è più alto del 91%, mentre un’analisi ripetuta della Public Health England ha rilevato una mortalità maggiore del 65%.

La scienza darà risultati ufficiali prossimamente. Intanto, però, il Regno Unito è sempre più nei guai e il mondo lontano da una risoluzione definitiva, nonostante i vaccini.

Johnson sotto pressione: Regno Unito al collasso?

La novità sulla mortalità del ceppo inglese non fa che appesantire un clima davvero cupo nel Regno Unito. Il premier è sotto pressione nel suo partito conservatore affinché definisca la tabella di marcia per l’eliminazione delle restrizioni che hanno danneggiato l’economia nell’ultimo anno.

Le speranze del Governo sono tutte riposte in una strategia per immunizzare 15 milioni di persone più vulnerabili entro il 15 febbraio. Non ci sono prove che i vaccini dispiegati in Gran Bretagna siano meno efficaci contro la variante più letale del virus. Ma i tassi di infezione rimangono alti, con in media una persona su 35 a Londra che ha la malattia, e la cifra è una su 55 a livello nazionale.

Johnson ha quindi ricordato: “Non possiamo davvero iniziare a prendere in considerazione misure meno restrittive finché non saremo sicuri che il programma di vaccinazione funzioni”.

Nel Regno Unito, travolto da Brexit, recessione, pandemia in accelerazione, si fa strada l’ipotesi di restrizioni severe fino all’estate.

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