La proposta di legge del senatore della Lega Pillon sul Turismo riproduttivo prevede fino a sei anni di reclusione
La reclusione da tre a sei anni e una multa che va da 800 mila a un milione di euro. È quanto previsto nel disegno di legge ‘Disposizioni contro il turismo riproduttivo’, depositato in Senato dall’esponente della Lega Simone Pillon.
Il testo si compone di tre articoli e si rivolge a
“chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità”.
L’obiettivo è quello di arginare il fenomeno del turismo riproduttivo.
Utero in affitto e gameti in vendita, nel testo della Lega prevista la reclusione
“Non si potranno acquistare, affittare e nemmeno regalare donne né tanto meno bambini”.
Simone Pillon (Lega) spiega così all’Adnkronos la proposta di legge, presentata a Palazzo Madama che regola quello che definisce un vero e proprio ‘contratto di locazione di utero’ con venditori e acquirenti.
“La legge italiana già punisce con la reclusione questo abominevole delitto, ma qualcuno che si crede più furbo va a comprarsi impunemente i bambini all’estero, affittando l’utero di povere ragazze straniere,”
afferma il parlamentare del Carroccio.
Sono molti gli italiani che si rivolgono a cliniche straniere per le pratiche dell’utero in affitto e della compravendita di gameti umani con costi che vanno dai 20 mila ai 120 mila dollari, a seconda delle necessità e del Paese a cui ci si rivolge, nonostante in Italia siano vietate dalla legge n. 40 del 2004. I tour dell’utero in affitto non sempre seguono percorsi legali e spesso si rivelano truffe.
Per il senatore leghista è necessario intervenire e colmare tale vuoto, inasprendo le pene e specificando l’impossibilità di iscrivere o trascrivere atti di nascita di minori con due padri o con due madri.
Da anni, l’associazione Luca Coscioni chiede a Governo e Parlamento di garantire alle donne e alle coppie che non possono avere figli la possibilità di accedere alla surrogazione di maternità.
Secondo l’associazione, l’unico modo per evitare i rischi di sfruttamento delle donne è garantirla anche in Italia, senza fini di lucro, come già avviene in altri paesi come il Canada o l’Australia.
In poche parole, permetterne l’uso solo, in forma altruistica, alle donne in età fertile. Chi mette a disposizione il proprio utero non deve essere in stato di necessità e deve essere già madre.
Il senatore della Lega Pillon, fautore del Family Day, era stato contestato anche per la proposta sull’affido condiviso.
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