La crescita nel primo trimestre del 2019, il rinnovato favore del legislatore e i numeri ottenuti dalle migliori piattaforme italiane. Così l’equity crowdfunding svela la sua doppia faccia di strumento democratico e meritocratico che dà linfa all’economia reale.
È iniziato sotto una buona stella il 2019 per l’equity crowdfunding. Dopo la quotazione in Borsa di CrowdFundMe, il primo portale italiano del settore a sbarcare a Piazza Affari, sembra ormai chiaro che le barriere del mondo dell’alta finanza tradizionale siano cadute.
Quest’anno, inoltre, il mercato dell’equity crowdfunding si giova di diverse novità in ambito fiscale e legislativo: dall’aumento delle detrazioni e deduzioni al 40% per chi investe startup e PMI innovative, alla possibilità per i portali di equity crowdfunding di emettere mini-bond e il riconoscimento degli investimenti in Srl tramite equity crowdfunding come ’qualificati’ per i Pir, fino alle recenti consultazioni di Consob sulle cripto-attività.
L’equity crowdfunding premia i migliori
Il finanziamento dal basso si sta rivelando sempre più un sistema democratico e meritocratico che premia i migliori. A parlare, oltre all’esperienza stessa di CrowdFundMe - da startup tecnofinanziaria a società quotata in Borsa - e di Mamacrowd, che con la campagna di StartupItalia (2,85 milioni di euro di capitale raccolto da 2.261 investitori) ha raggiunto il record di raccolta in Italia su un portale di equity crowdfunding, sono i numeri.
Nel primo trimestre del 2019 la raccolta sulle varie piattaforme di equity crowdfunding ha raggiunto 13,5 milioni di euro, contro i 36 milioni raccolti in totale nel 2018, e ha toccato il record anche per emittenti che si sono affidate a questo strumento per ottenere investimenti per la crescita.
CrowdFundMe ha chiuso il bilancio al 31 dicembre 2018 mettendo a segno un +109% con 24 campagne chiuse con successo e ricavi per 390mila euro. “Un risultato più che raddoppiato che ci dà una base solida per continuare con lo sviluppo del nostro business”, ha detto il Ceo e co-founder Tommaso Baldissera Pacchetti. “Il 2018 è stato un anno di passaggio fondamentale per CrowdFundMe, e anche il 2019 è partito nel migliore dei modi”, prosegue “Con la campagna di Winelivery conclusa a gennaio abbiamo raccolto 1,2 milioni di euro da 381 investitori”.
Un buon risultato, considerando che, come affermato dallo stesso Baldissera, circa il 30% dei loro investitori retail non aveva mai investito in alcun strumento finanziario prima di conoscerci, ma hanno creduto nei loro prodotti come primissimo approccio al mondo finanziario.
Democrazia e meritocrazia: due facce della stessa moneta
Nel corso del 2018 CrowdFundMe ha lanciato 30 le campagne, contro le 17 del 2017, per un totale di 61 campagne complessive. L’incidenza percentuale del numero delle campagne concluse con successo sul numero di quelle lanciate mostra una crescita pari al 50% nel 2016, del 74% nel 2017 e dell’80% nel 2018.
“Solo poco tempo fa, io e Benedetto Pirro eravamo due ragazzi che provavano a realizzare qualcosa di grande. Ci ritrovavamo a parlarne al bar dell’università, ci chiedevamo dove recuperare i fondi per partire. Oggi siamo alla guida di un’azienda quotata, ma la nostra anima da startup ci lega con un forte filo di empatia alle aziende che raccolgono fondi sulla nostra piattaforma.
Noi crediamo che l’equity crowdfunding rappresenti una grande opportunità per i giovani e le PMI perché è un sistema altamente meritocratico. Se il progetto è buono, gli investitori arrivano. Se arrivano fondi si creano posti di lavoro e si contribuisce a far girare l’economia reale. Nel nostro Paese, questa è una grande rivoluzione perché per la prima volta, al centro di tutto, c’è un progetto e non importa se ti trovi a Milano, a Matera o a Frosinone. L’equity crowdfunding rappresenta una rivoluzione perché offre a tutti le stesse possibilità: è democratico e meritocratico allo stesso tempo.”
© RIPRODUZIONE RISERVATA