Nella zona euro gli indici preliminari PMI hanno mostrato due segnali: lo slancio economico rimane, ma è offuscato dal fronte industria, in evidente affanno. Quale allerta per la ripesa UE?
Eurozona: continua la ripresa economica ma con segnali di debolezza.
Questo è quanto si legge dai dati flash PMI della zona euro.
La crescita nel settore dei servizi dell’area dell’euro sta superando quella nel comparto manifatturiero per la prima volta da quando la crisi pandemica ha preso piede lo scorso anno. Cosa significa per l’Europa?
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L’attività economica della zona euro è rimasta forte questo mese, grazie a una rapida campagna di vaccinazione contro il coronavirus che ha permesso a più aziende di riaprire e ai consumatori di tornare a chiedere i servizi.
Tutti i dati preliminari, infatti, restano ampiamente sopra la zona 50, sinonimo di espansione.
Chris Williamson, chief business economist di IHS Markit, ha così commentato la situazione della regione a moneta unica:
“La ripresa economica della zona euro ha mantenuto uno slancio impressionante ad agosto, con il PMI che è sceso solo leggermente rispetto al recente massimo di luglio per mantenere la sua media nel terzo trimestre finora ai massimi da 21 anni.”
Gli ultimi dati arrivano mentre molti consumatori nella regione godono della revoca delle restrizioni legate al Covid.
Le stime di crescita del mese scorso hanno mostrato che l’area dell’euro si è ripresa da una recessione tecnica (definita come due trimestri consecutivi di contrazione economica), crescendo del 2% nel secondo trimestre di quest’anno.
Sul fronte aziende, l’incoraggiamento è dato da un secondo mese di creazione di posti di lavoro al massimo da 21 anni, che riflette gli sforzi delle imprese per aumentare la capacità operativa e soddisfare la domanda, che alla fine dovrebbe aiutare ulteriormente a ridurre le pressioni sui prezzi.
Tuttavia, permangono alcune preoccupazioni sui problemi della catena di approvvigionamento e sull’aumento dell’inflazione. Proprio per questo, per la prima volta dalla grandi crisi pandemica, l’indice dei servizi è stato migliore di quello manifatturiero. Perché?
I problemi della produzione industriale in Europa
Lo slancio nell’Eurozona ha rallentato più nel settore manifatturiero che nei servizi, questo è il dato lampante del rilascio dei PMI preliminari.
Il primo ha toccato il minimo di sei mesi ad agosto, mentre i servizi sono scesi al minimo di due mesi.
I ritardi nella catena di approvvigionamento continuano a creare scompiglio, lasciando le aziende spesso incapaci di soddisfare la domanda e facendo aumentare i costi di produzione.
A tal proposito, l’indice dei prezzi degli input è stato di 87,3, un livello ancora alto anche se in calo rispetto al record di luglio di 89,2.
Da sottolineare che in Germania, l’attività economica è scesa ai minimi da due mesi. Qui resta alta l’allerta sui ritardi nella consegna dei materiali, sui colli di bottiglia e sulla carenza di alcune materie prime, come i chip per le auto. Tutti questi ostacoli probabilmente saranno presenti nel prossimo futuro tedesco.
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