Cosa capita al nostro profilo Facebook, Instagram e Twitter dopo la morte? Da oggi è possibile optare anche per il testamento digitale.
Cosa succede dopo la morte è un mistero attorno a cui ruota la filosofia e la religione, ma cosa accade al nostro profilo Facebook, Instagram o Twitter dopo la nostra dipartita è un problema decisamente più terreno. Tutti se lo saranno chiesti prima o poi, nell’era del web 2.0: oggi viviamo un’altra vita online, dove in qualche modo converge una buona parte della nostra personalità tra foto, stories, video di gattini e post contro il traffico o i mezzi pubblici.
Ma cosa accade a questa miriade di dati, immagazzinati magari per anni e anni e finiti dentro qualche immenso server digitale: cosa capita al nostro profilo social, vero highlander fatto di dati e algoritmi dopo la morte dell’estinto proprietario? Cosa possiamo fare, nel tempo che ci viene concesso, per definire le nostre volontà virtuali?
Forse non sono in molti a saperlo ma sono altrettanti quelli che se lo sono chiesti da sempre: ecco una rapida guida su come lasciare le nostre volontà digitali in ambito social.
Il testamento digitale
Per risolvere la questione, è stato approvato da pochi giorni il cosiddetto testamento digitale: un documento ufficiale a tutti gli effetti, per determinare (da seguito del nostro passaggio a miglior vita) chi può avere accesso e chi no ai nostri social, chi è autorizzato a chiederne l’eliminazione e così via.
A stabilirlo è il Codice della Privacy con decreto legislativo 101/2018: tra le persone aventi diritto ad accedere, dopo la nostra morte, ai nostri profili social troviamo i soggetti mossi da un interesse proprio, coloro che agiscono nominati come mandatari dal diretto interessato o quelli mossi da ragioni familiari meritevoli di protezione. Quindi, secondo la nuova regola generale, è concesso di conoscere i relativi dati di un defunto non solo a parenti e familiari stretti, ma a chiunque sia in possesso di un interesse proprio ed individuale.
Oggi, grazie al nuovo decreto legislativo, è possibile aggirare questa triplice casistica avendo incluso i social network e i servizi di messaggistica nel campo dei servizi della società dell’informazione.
Cosa significa? Semplice: sotto questo ambito è possibile, semplificando al massimo, fermare l’esercizio dei diritti riguardo i dati di una persona morte a fronte di una dichiarazione scritta, un vero e proprio testamento, riguardo le le volontà digitali del defunto (presentata a un relativo titolare).
Come farlo? La forma più corretta prevede una dichiarazione scritta che può essere fatta sia su carta che su file digitale, come un documento Word (che deve contenere però, la scrittura del defunto). A questa si aggiunge una prova che certifichi la provenienza del documento, e la seguente comunicazione a colui che si occuperà delle veci del defunto, il titolare del testamento (che deve essere a conoscenza delle volontà scritte in precedenza, niente sorprese quindi).
I diretti interessati, riceventi le volontà digitali del caro estinto, devono conservare la documentazione della relativa comunicazione dello stesso. Le volontà digitali post mortem potranno essere di due tipi, una recante il divieto totale dell’esercizio del diritto di accedere usare i relativi profili digitali dell’estinto, l’altro il divieto parziale di utilizzo degli stessi.
Facebook dopo la morte
Certo, il testamento digitale è una forma sicuramente interessante per gestire al meglio il nostro volere una volta passati a miglior vita, ma oggi ci sono già alcune forme di tutela messe in atto dai diversi social network in caso di morte del proprietario.
Facebook ad esempio permette già da diversi anni la nomina del contatto erede, una persona incaricata di prendere in mano e amministrare il nostro profilo dopo la morte.
Impostarlo è semplicissimo: basta andare su Impostazioni, selezionare la voce Protezione, scorrere le varie opzioni fino alla voce Contatto erede, inserite il nome e il cognome del vostro contatto prescelto e cliccate su Aggiungi.
Facebook ci permetterà di scegliere se mettere a conoscenza della nostra scelta il Contatto erede, o se farlo in seguito o dopo la morte, attraverso la compilazione di un messaggio personalizzato oppure di uno standard.
Instagram dopo la morte
Su Instagram la procedura è diversa, nonostante i due social siano della stessa scuderia targata Zuckerberg non è possibile in questo caso indicare un contatto erede. L’onere spetterà ai conoscenti e ai familiari del defunto, che dovranno procedere alla segnalazione della scomparsa direttamente all’assistenza ufficiale del social.
Instagram permetterà quindi o di cancellarlo o di trasformare il relativo account in un profilo commemorativo rivolto a ricordare la persona che non c’è più. Una sorta di tomba digitale.
Twitter dopo la morte
Anche su Twitter si applicano regole simili: per il social che ha sdoganato l’uso degli hashtag è possibile richiedere (sempre da parte dei cari e dei familiari) la rimozione del profilo e l’eliminazione dell’account della persona passata a miglior vita. Per farlo, sarà necessario contattare il servizio di assistenza ufficiale fornendo tutte le informazioni del caso e allegando la documentazione che attesti non solo la parentela con il defunto, ma anche il certificato di morte che attesti ufficialmente la dipartita del legittimo proprietario.
Tutte le procedure sopra indicate sono, ovviamente, valide e relative a patto dell’assenza del relativo testamento digitale da poco introdotto.
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