Intesa Sanpaolo si conferma la regina del dividend yield, un investimento ideale per chi desidera avere un reddito da dividendo stabile nel tempo. A livello di multipli la meno cara è UBI Banca
Con febbraio tutte le banche italiane quotate in Borsa Italiana hanno alzato il velo sui conti del quarto trimestre e dell’intero esercizio 2018.
Numeri alla mano, il 2018 non è stato un anno così disastroso come da molti temuto anzi, per alcuni istituti lo scorso esercizio può essere considerato quello del rilancio. Le banche italiane hanno, nella maggior parte dei casi, sfoggiato aggregati economici in aumento e ratio patrimoniali in salute.
Proprio il miglioramento di quest’ultimo aspetto ha consentito ai principali istituti di superare gli SREP 2019 condotti dalla Vigilanza della Banca Centrale Europea.
Le banche italiane dopo la pubblicazione dei conti: promossi e bocciati
Trascorsa circa una settimana dalla pubblicazione dell’ultima trimestrale, i tempi sono maturi per un primo bilancio. I termini comparativi utilizzati sono: performance del titolo in Borsa dopo i conti, ritorno sul dividendo proposto dal Cda a valere sull’esercizio 2018 (dividend yield) e rapporto fra prezzo e utili stimati (P/E) nel 2019 e 2020.
Elaborazione Ufficio Studi di Money.it
Dalla data dei conti ad oggi le performance delle principali azioni bancarie italiane a Piazza Affari sono grossomodo positive. Fanno eccezione a questo trend solamente Intesa Sanpaolo e Credito Valtellinese.
Per quanto riguarda le altre, i rialzi vanno dal +1,94% della Banca Popolare di Sondrio al +10,91% messo in mostra da BPER Banca.
Banche italiane generose con gli azionisti
Sotto il profilo dei dividend yield, la società più remunerativa del settore bancario, e in generale di tutto il FTSE Mib, si conferma Intesa Sanpaolo, con un ritorno sui dividendi vicino al 10 per cento (clicca qui per approfondire).
La cedola da 0,12 euro per azione ha permesso a Mediobanca di ottenere un sostanzioso dividend yield del 5,84%; quest’ultimo poco superiore al 5,46% di UBI Banca. Sotto questo profilo, la banca meno generosa è Banca Popolare di Sondrio, il cui ritorno sugli utili è del 2,83%.
Analisi fondamentale: indicazioni interessanti dai P/E ratios
Durante l’arco del 2018, i corsi degli istituti di credito del Belpaese hanno perso ampio terreno. Ciò è confermato anche dai fondamentali: il rapporto P/E degli istituti è infatti ben inferiore alla media del FTSE Mib, stimato a 9,96 per il 2019.
Particolarmente basso è il ratio tra prezzo e utili stimati per quest’anno di Banco BPM, uguale a 5,48, il più basso tra le banche oggetto dell’analisi. Vista la forte discesa avuta dai prezzi, questo multiplo potrebbe ora indicare positività per la banca in questione. Nel 2020 le stime sul price/earning della banca indicano un’ulteriore diminuzione dello stesso, che potrebbe raggiungere quota 4,60.
Situazione opposta su Banca Popolare di Sondrio, il cui ratio P/E a 9,89 è il più caro del comparto. Tale multiplo è atteso in diminuzione per il prossimo anno, a 7,49, segnalando aspettative positive sul titolo.
UBI Banca la più a sconto sui multipli
Interessanti i multipli di UBI Banca. L’istituto ha perso abbondante terreno durante l’ultimo anno. Allo stesso tempo però, i conti della banca hanno evidenziato un utile netto migliore degli ultimi 10 anni.
Le indicazioni generate dall’analisi fondamentale propendono per una possibile sottovalutazione del titolo: del comparto bancario italiano, la società guidata da Victor Massiah presenta il terzo ritorno sugli utili più alto e uno dei P/E più bassi, a 6,13 per il 2019 e a 5,12 per il 2020.
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