Germania: perché la potenza economica è in difficoltà

Violetta Silvestri

15/02/2021

La Germania piomba in un pesante lockdown e l’economia della potenza europea soffre. Perché Berlino è in difficoltà sulla ripresa (il motivo non è solo il Covid).

Germania: perché la potenza economica è in difficoltà

Germania: la nazione motore dell’economia europea sempre più in difficoltà.

A pesare sulle stime di ripresa di Berlino non è soltanto il bilancio pandemia, con un lockdown ancora prolungato dalla Merkel per la diffusione delle varianti.

La nazione tedesca, messa alla prova dalla crisi da Covid come tutto il continente, potrebbe faticare a riprendere slancio anche a causa del suo modello economico: rigore nei conti pubblici e dipendenza dall’industria sono più un freno che una spinta all’economia?

Perché la Germania ha bisogno di ripensare la sua economia secondo gli esperti.

Tutte le difficoltà economiche della Germania

Lockdown fino al 7 marzo, dopo settimane che hanno già visto i tedeschi limitare in modo rigoroso attività commerciali e spostamenti: questa l’ultima decisione della Merkel.

Una strategia severa quella della Germania, che deve comunque fare i conti con la battuta d’arresto economica. Le previsioni per il rilancio, quindi, restano caute:

“[Il lockdown] continuerà a pesare sulla prima economia europea nel primo trimestre del 2021, anche se le prospettive per gli esportatori restano cautamente positive”, ha detto il ministro dell’Economia tedesco, proprio mentre l’Eurozona pubblica i dati della produzione industriale in peggioramento a dicembre.

Il 2020 è stato un anno complesso anche per la granitica e forte Germania. Il debito pubblico è aumentato, il piano di aiuti alle imprese incrementato più volte e addirittura è avanzato il dibattito interno sulla necessità di mitigare il freno al debito sancito dalla Costituzione.

Secondo gli esperti di Mirabaud Am Berlino si trova dinanzi a un momento cruciale, nel quale stanno venendo al pettine i nodi di un intero sistema economico. L’opinione degli analisti, riportata da Milano Finanza, è chiara:

“molti economisti hanno messo in discussione il «modello» tedesco già dal 2018. Con i suoi conti pubblici in avanzo, un tasso di disoccupazione del 3,1% e un gigantesco surplus commerciale, la Germania è l’invidia di molti Paesi. Tuttavia, la crescita è fiacca

Il paradosso, quindi, è che l’ossessione per le finanze dello Stato in ordine ha indebolito il Paese. E adesso, con lo sconvolgimento pandemico e la necessità di spesa pubblica, tutto viene messo in discussione.

L’industria automobilistica, motore da sempre della produzione e delle esportazioni tedesche, è in affanno da anni e la pandemia ha dato un ultimo colpo. In più, le previsioni parlano di un rallentamento delle nascite in Germania nei prossimi anni e questo si tradurrà in una minore disposizione di manodopera per le industrie, specialmente di automotive, macchinari e del settore chimico.

La potenza economica della nazione, infatti, si basa soprattutto sul secondo settore, mentre nel resto d’Europa i servizi si sono maggiormente sviluppati.

Gli analisti accendono i riflettori anche sulla politica degli investimenti pubblici: in Germania sono stati pari al 2,5% del PIL nel 2019, confrontandosi con il 3% nell’Eurozona e con oltre il 3,5% in Giappone.

Da questi aspetti, non solo dal rilancio del dopo epidemia, dovrà ripartire la Germania, che si appresta anche a cambiare cancelliere con le prossime elezioni.

Tante sfide di cambiamento aspettano il motore dell’economia europea.

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