I dati sulla produzione del settore manifatturiero di dicembre hanno dato slancio all’ottimismo: l’Eurozona avanza, spinta dalla Germania. Come leggere i nuovi numeri?
La produzione dell’Eurozona è cresciuta al ritmo più veloce da oltre 2 anni e mezzo a dicembre, allietando con notizie positive l’inizio del 2021 e, soprattutto, la fine di un orribile 2020 per l’economia della regione.
Le letture finali dei sondaggi mensili di IHS Markit, riguardanti il settore manifatturiero, hanno mostrato una crescita guidata dalla Germania, dove l’attività si è espansa più di quanto non accadesse dal 2018, con tutti gli altri Paesi che hanno riportato un miglioramento da novembre.
Il miglioramento arriva mentre i Governi continuano a fare i conti con il coronavirus. Le ultime restrizioni per contenere la diffusione sono state per lo più limitate a servizi come bar e ristoranti, consentendo la prosecuzione della produzione. Sarà questo il trend dei prossimi mesi?
Cosa raccontano i dati sulla produzione dell’Eurozona spinta dal motore tedesco.
Produzione Eurozona in rilancio: dati e rischi
L’indice dell’area dell’euro sulla produzione manifatturiera di dicembre si è attestato a 55,2, da 53,8, crescendo seppure senza raggiungere le stime.
Un dato che ha messo in evidenza, di nuovo, il ruolo di motore dell’intera zona della Germania, la quale ha mostrato una buona performance: l’indice PMI finale di IHS Markit per la produzione, che rappresenta circa un quinto dell’economia tedesca, è salito a 58,3 dal 57,8 del mese precedente.
La lettura di dicembre era leggermente inferiore a una stima flash rilasciata il mese scorso, ma ha comunque segnato il risultato più alta da febbraio 2018.
Numeri che confortano un finale di anno all’insegna della recessione. Chris Williamson, economista di IHS Markit, ha commentato:
“La produzione della zona euro ha concluso il 2020 con una nota incoraggiante. Tuttavia, è probabile che l’aumento del numero di casi di virus significhi che le condizioni commerciali rimangano difficili nel breve termine e che quindi limitino la crescita.”
Alcuni dei miglioramenti negli stabilimenti di dicembre, in particolare in Irlanda e Paesi Bassi, riflettono un temporaneo aumento della domanda da parte dei clienti del Regno Unito che hanno accumulato scorte prima della data della Brexit di fine anno. I risultati potrebbero non aver colto completamente le interruzioni alla fine di dicembre che hanno causato il caos commerciale tra Francia e UK.
Anche l’analisi del dato tedesco potrebbe nascondere insidie: l’indagine ha rivelato crescenti pressioni sulla catena di approvvigionamento, con segnalazioni diffuse di carenza di materie prime e componenti, colli di bottiglia nel trasporto marittimo a causa della mancanza di contenitori disponibili e altre interruzioni legate al Covid.
Problemi di fornitura che non hanno causato gravi ostacoli nella produzione a dicembre, ma potrebbero iniziare a farsi sentire nei prossimi mesi, secondo gli esperti.
Il quadro per l’Eurozona, comunque, si sta facendo più ottimistico grazie ai vaccini. L’auspicio è che il settore manifatturiero non incontri interruzioni nel suo trend di crescita nelle prossime settimane.
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