Il governo Lega-Movimento 5 Stelle è alle prese con il Global Compact: vediamo allora il testo di questo trattato voluto dall’Onu sull’immigrazione.
Gli Stati Uniti si sono sfilati già da tempo, con anche l’Italiae che alla fine si è astenuta sl Global Compact, un trattato mondiale sull’immigrazione voluto dall’Onu.
Una sorta di patata bollente nelle mani della maggioranza gialloverde: la Lega non ha mai nascosto la sua contrarietà, ma bisogna capire adesso la posizione di un Movimento 5 Stelle dove non mancano i mal di pancia sul tema immigrazione per la vicenda decreto Sicurezza.
Ma cos’è nello specifico questo Global Compact appena approvato dall’Onu? Vediamo allora la storia di questo trattato e cosa andrebbe a cambiare in tema di immigrazione per il nostro paese se anche il governo italiano dovesse alla fine aderire.
Cos’è il Global Compact, trattato Onu sull’immigrazione?
La questione immigrazione è uno dei temi più scottanti del panorama sociale e politico mondiale. Una questione che naturalmente vede fortemente interessata l’Italia, da sempre uno dei principali approdi per le rotte dei migranti verso l’Europa.
Per cercare di dare alcune basilari regole comuni a tutti i Paesi, l’Onu da tempo ha avviato il progetto di un trattato teso a creare una rete internazionale per una accoglienza sicura di immigrati e rifugiati.
Nel 2016 è nato quindi il Global Compact for Migration, un trattato che al momento è stato ratificato da 190 Paesi di tutto il mondo. Dopo la sua elezione, Donald Trump ha di fatto ritirato gli Stati Uniti dal patto nonostante che questo sia conosciuto anche come il “trattato di New York”.
L’obiettivo del Global Compact è infatti quello di trattare il fenomeno migratorio in maniera globale, stabilendo regole comuni a livello internazionale attraverso la sottoscrizione del trattato che prevede diversi impegni non vincolanti comunque dal punto di vista giuridico.
Il piano dell’Onu quindi prevede che, oltre a una lotta ai trafficanti di essere umani e a un maggiore sostegno ai paesi che più ospitano i migranti, il potenziamento dei sistemi di integrazione, il salvataggio delle persone in fuga, la garanzia di mettere in atto procedure di frontiera eque e in linea con il diritto internazionale, a iniziare dalla Convenzione sui rifugiati del 1951.
Il Global Compact, inoltre, prevede nel suo testo anche impegni che riguardano la creazione di posti di lavoro e di sistemi per favorire l’accesso al reddito per i rifugiati e le comunità ospitanti.
La posizione dell’Italia
Il Parlamento italiano come era prevedibile non ha avuto il tempo per decidere se ratificare o meno il Global Compact. Confermando quanto detto dal premier Giuseppe Conte, il nostro paese non ha preso parte neppure al vertice in Marocco.
Nel merito secondo il premier “il Global Migration Compact è un documento che pone temi e questioni diffusamente sentiti anche dai cittadini, quindi opportuno parlamentarizzare il dibattito e rimettere le scelte definitive all’esito di tale discussione, come pure è stato deciso dalla Svizzera”.
L’Italia quindi sospende l’adesione al trattato aspettando che si pronunci il Parlamento nel merito. Se da una parte il ministro degli Esteri Enzo Moavero aveva assicurato all’Onu l’adesione del nostro paese, la Lega è molto contraria al trattato incalzata anche da Fratelli d’Italia che si è apertamente schierata contro.
Anche se per Giorgia Meloni il Global Compact “distrugge i confini e gli Stati nazionali favorendo l’immigrazione incontrollata”, in verità nel trattato ci sono diversi punti che andrebbero a giovare alla situazione italiana.
Dalla “risposta transnazionale al traffico dei migranti”, alla “messa in sicurezza dei confini degli Stati” fino alla “promozione degli accordi sui rimpatri”, questi accordi (che comunque non sono vincolanti) tra i vari Paesi potrebbero migliorare e alleggerire il carico di migranti cui l’Italia al momento deve farsi carico. Inoltre nel testo non si fa nessun cenno a una equiparazione tra lo status di rifugiato e quello di migrante.
Oltre agli Stati Uniti e l’Australia, in Europa Austria, Bulgaria, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria non hanno aderito al Global Compact. Anche Israele ha votato in maniera contraria.
Per prima cosa però l’Onu ha approvato in maniera definitiva una costola del global compact, ovvero quello sui rifugiati che prevede una miglior istruzione e assistenza sanitaria per i richiedenti.
L’Italia ha votato questa volta in maniera favorevole, si sono rifiutati soltanto Stati Uniti e Ungheria, mentre la decisione sul Global Compact sull’immigrazione è stata di nuovo rimandata da parte del Parlamento.
Durante il voto finale quindi l’Italia si è astenuta. Il testo è stato approvato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con 152 voti a favore, 5 contro e 12 astenuti.
Al momento quindi l’Italia ha sospeso la sua adesione al trattato, con il Parlamento che ora sarà prima o poi chiamato a esprimersi sulla ratifica o meno del Global Compact relativo all’immigrazione: sull’esito però c’è grande incertezza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA