Gnammo è attualmente il più famoso caso di successo dell’Home Restaurant, la pratica che permette di trasformare la propria casa in un ristorante. Come funziona?
Nell’ultimo periodo si sente spesso parlare di Gnammo.
Innanzitutto, che cos’è Gnammo? Si tratta di uno dei portali più affermati nell’Home restaurant, il fenomeno che consente a chiunque di aprire le porte di casa e ospitare perfetti sconosciuti per una cena in compagnia in cambio di un contributo economico che può variare, generalmente, dai 6 agli 80 euro. Durante l’esperienza culinaria i commensali potranno quindi godere del buon cibo e conoscere nuove persone.
L’Home restaurant, con un fatturato pari a 7,2 milioni nel 2014, sta iniziando ad essere considerato una vera e propria attività economica e imprenditoriale tanto che i “ristoranti improvvisati” potrebbero essere ben presto sottoposti alle regole normative degli esercenti tradizionali.
Gnammo: che cos’è e come funziona?
Una passione che accomuna tutta la Penisola è quella per la cucina: tra happy hour, aperi-cena e brunch gli italiani non rinunciano mai al buon cibo soprattutto se gustato in compagnia. Proprio su questi presupposti si fondano le community del Social eating tra le quali possiamo ricordare “Tavole Romane” nella Capitale, le Cesarine di “Home Food” a Bologna e “New Gusto” in Abruzzo.
Attualmente la piattaforma più famosa del settore è Gnammo, il portale creato nel 2012 da Cristiano Rigon, Gianluca Ranno e Walter Dabbicco. Gnammo offre la possibilità a tutti di organizzare pranzi, cene ed eventi a casa propria o in qualsiasi location privata. Come funziona?
Non occorre essere cuochi o professionisti del settore, basta iscriversi alla community e creare il proprio evento culinario. Il “cook” inserisce la descrizione dell’appuntamento gastronomico, specificando la data e il prezzo, e raccoglie le adesioni degli interessati, gli “gnammers”, che con pochi clic possono effettuare la prenotazione.
Al momento risultano iscritti alla piattaforma 172.203 gnammers e sono attivi 8891 eventi organizzati in 1603 città. Si va dalla cena a base di piatti pugliesi a quella vegetariana, passando per serate a tema e per le cucine tradizionali di altri paesi.
Gnammo: la risposta di Slow Food
Nel frattempo due giovani studenti dell’Università degli Studi di Scienze gastronomiche di Pollenzo (Cuneo) promossa da Slow Food sono al lavoro su una piattaforma che potrebbe diventare il principale competitor di Gnammo.
L’idea di Valerio Leo e Alessandro Grampa è quella di trasformare Suppershare, una piattaforma di Social eating fondata a San Francisco, per renderla diversa dai competitors e dotarla di funzionalità innovative mai viste prima. La forza del progetto è il marchio Slow Food che mette a disposizione degli startupper un network di persone appartenenti a 73 Paesi e interessate ai valori legati alla coltivazione, produzione e consumo di cibo.
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