Da quando è in carica il “Governo dei Migliori” guidato da Mario Draghi ha commesso una serie di errori: dai vaccini al green pass fino alle misure sanitarie, ecco gli sbagli fatti nella gestione dell’emergenza Covid.
“La situazione italiana è sotto controllo, siamo tra i migliori d’Europa grazie alla campagna vaccinale che è stata un successo notevole”. Era lo scorso 24 novembre e con queste parole Mario Draghi annunciava la novità del super green pass, una misura che per l’ex numero uno della BCE sarebbe stata dettata dalla volontà di “conservarci un Natale diverso”.
Durante un’altra conferenza stampa invece, quella che si è tenuta lo scorso 22 luglio, Draghi aveva spiegato che “il Green Pass è una misura con cui gli italiani possono continuare ad esercitare le proprie attività, a divertirsi e andare al ristorante, a partecipare a spettacolo all’aperto o al chiuso con la garanzia, però, di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose”.
Sempre Mario Draghi intervenendo il 23 settembre al Global Covid-19 Summit, a margine dell’Assemblea generale dell’Onu, così si era sbilanciato: “Entro fine anno doneremo 45 milioni di dosi ai Paesi più poveri”.
Basterebbero queste tre “perle” del nostro Presidente del Consiglio per capire, alla luce dell’attuale scenario Covid in Italia, quanti errori sono stati commessi dal “Governo dei Migliori” fin da quando si è insediato all’inizio di questo travagliato 2021 ormai agli sgoccioli.
Senza che il sottoscritto abbia una particolare simpatia nei confronti di Giuseppe Conte, sono difficilmente smentibili le parole pronunciate ieri dal leader dei 5 Stelle su La7: “Io crocifisso se oggi fossi al posto di Draghi? Non c’è dubbio, sono stato crocifisso tante volte, sarebbe stata l’ennesima crocifissione”.
Lo stesso discorso potrebbe valere per Lucia Azzolina e Domenico Arcuri, che di certo non rimpiangiamo ma che sono stati “massacrati” a differenza dei suoi successori che invece, nonostante il palese flop, vengono ancora lodati senza che se ne capisca il motivo.
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Gli errori del governo Draghi: i vaccini
Attualmente in Italia il 75% della popolazione è vaccinato con doppia dose contro il Covid. Un buon risultato ma non siamo i migliori: tra i Paesi dell’Unione Europea siamo quinti dietro a Irlanda, Spagna, Portogallo e Belgio.
Prima dell’inizio della campagna vaccinale, Bruxelles ha stabilito che il 13,5% del totale dei vaccini acquistati dall’UE spettano all’Italia: nonostante i ritardi nella prima fase, le dosi alla fine sono arrivate in abbondanza ma di certo non per merito dell’esecutivo.
Il commissario straordinario Francesco Figliuolo, arrivato al posto di Domenico Arcuri quando si è insediato il governo Draghi, ha mancato tutti gli obiettivi temporali inseriti nel suo piano: siamo arrivati a fare 500.000 dosi al giorno in ritardo rispetto al previsto, per non parlare dell’uscita fatta dal Generale che, a metà maggio, contava di poter arrivare a fare 1 milione di somministrazioni al giorno.
Il Governo dal canto suo con il caos-AstraZeneca si è impegnato moltissimo per confondere i cittadini e dare adito alle farneticazioni dei no-vax, con il coinvolgimento dei medici di base che è rimasto sostanzialmente fermo al palo.
Adesso che c’è l’allarme Omicron in pochi si ricordano perché è nata questa variante che contiene ben 32 mutazioni rispetto al virus originale: mentre l’Occidente faceva man bassa di dosi, all’Africa invece venivano lasciate soltanto le proverbiali briciole.
A settembre Mario Draghi ha promesso 45 milioni di dosi ai Paesi poveri ma, stando ai dati COVAX aggiornati al 29 novembre, finora il nostro Paese ha donato soltanto 6,1 milioni di vaccini, anche se il totale dovrebbe essere un po’ più alto viste che molti lotti sono stati inviati tramite accordi bilaterali e non attraverso il programma voluto dall’Onu.
Notizia recente è che la Nigeria ha dovuto distruggere 1 milione di dosi, provenienti anche dall’Italia, in quanto arrivate in loco già scadute. Se ora Omicron ci fa paura è soltanto perché i Paesi più potenti, Italia compresa, nonostante gli appelli dell’Oms non hanno rispettato i loro impegni.
La terza dose
In Italia la campagna vaccinale per la dose aggiuntiva e per il booster è iniziata a fine settembre. Nelle prime fasi si è data la priorità ai fragili e alle categorie lavorative più a rischio, con una accelerata che è avvenuta solo negli ultimi giorni quando, spaventati da Omicron, si è arrivati al regime di 500.000 somministrazioni al giorno.
Israele invece ha iniziato il 5 agosto la propria campagna per la terza dose, visto che da tempo si era capito che la protezione della doppia dose del vaccino diminuisce sensibilmente dopo circa cinque mesi.
Stando a un’inchiesta di Report andata in onda a fine ottobre, ad agosto il vaccino Pfizer “è stato approvato definitivamente con un’efficacia del 95%; ma l’approvazione è avvenuta su dati vecchi: i suoi manager già sapevano del possibile calo della protezione nel corso del tempo, e si preparavano a tornare all’incasso con la terza dose”.
In sostanza il calo di efficacia dei vaccini era ben noto da tempo, tanto che potrebbe non essere un caso che l’UE ha siglato un accordo con Pfizer per ulteriori 1,8 miliardi di dosi a maggio 2021.
In Italia così come nel resto dell’Unione si sarebbe perso del tempo prezioso iniziando a somministrare la terza dose in ritardo e con lentezza. Nel frattempo da noi venivano smantellati gli hub vaccinali e il green pass, sulla base di ignote evidenze scientifiche, veniva esteso da 9 a 12 mesi.
Adesso invece d’emblée con il nuovo decreto in arrivo si vorrebbe diminuire la durata del green pass a 5 o 6 mesi, con il risultato che milioni di italiani si potrebbero ritrovare di colpo senza certificato verde.
La gestione dell’emergenza
Il grande errore di fondo del Governo Draghi è stato quello di puntare tutto sui vaccini, scordandosi delle altre misure necessarie per salvaguardare il Paese durante una pandemia.
Invece di cercare di convincere i renitenti al vaccino si è cercato subito allo scontro, con norme punitivie e virologi che non hanno lesinato insulti ai no-vax creando così in Italia un clima di tensione sociale che è stato poi cavalcato dai movimenti di estrema destra.
Se adesso in Italia è di nuovo allarme per il Covid e il Governo è pronto a varare l’ennesimo pacchetto di misure restrittive, la colpa non è dei cittadini visto che in questi mesi il numero di multe emesse è stato esiguo.
Gli italiani hanno rispettato le cervellotiche norme imposte ma il calo di protezione dei vaccini, unito ai milioni di non vaccinati che comunque non hanno violato nessuna legge, sta producendo questa nuova ondata di contagi.
Al tempo stesso il Governo ha mandato in soffitta il telelavoro, da noi erroneamente inteso come smart working, in nome del “Pil del tramezzino” mentre in tutti gli altri Paesi si è proceduto in direzione diametralmente opposta.
Nulla è stato fatto per migliorare il tracciamento: nell’ultimo mese sono stati sequenziati in Italia soltanto poco più di 4.000 tamponi per cercare Omicron, ecco perché da noi i casi della nuova variante sono soltanto un centinaio rispetto alle migliaia nel Regno Unito dove sono stati analizzati nello stesso periodo oltre 170.000 test.
Stesso discorso per il trasporto pubblico e per la scuola, dove l’unica linea guida all’inizio dell’anno scolastico è stata quella di “tenere le finestre aperte”, con gli studenti non finiti di nuovo in dad che ora gelano nelle aule.
Emblematico è quello che è successo di recente ad Ascoli Piceno, dove decine di classi sono finite in dad in quanto c’è una sola persona addetta al tracciamento. Il commissario Figliuolo di recente ha annunciato l’arrivo dell’Esercito dove si è in difficoltà nel tracciamento ma, come si sono placate le solite grancasse mediatiche, di queste unità mobili si sono perse le tracce: per il Fatto Quotidiano a oggi nessun preside ha visto questi militari.
Negli ospedali nonostante i fondi stanziati l’ultima stima parla di 14.000 tra medici e infermieri che ancora mancherebbero all’appello, il tutto mentre alcune Regioni per evitare il cambio di colore aggiungono di colpo nuovi posti letto Covid sottraendoli agli altri reparti.
Tutta la strategia è stata incentrata sul green pass, che non è uno strumento sanitario ma soltanto uno stratagemma per incentivare le vaccinazioni. Invece si è fatto credere agli immunizzati di essere al sicuro mentre era già palese che non era così.
Per i media nostrani però tutto è stato fatto per il meglio, con Mario Draghi glorificato dopo il riconoscimento del The Economist che ha incoronato l’Italia come “Paese dell’anno”. Se questo è il “Governo dei Migliori” allora il futuro per il Bel Paese appare plumbeo.
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