Matteo Renzi ha dato a Giuseppe Conte tempo fino al 6 gennaio per rispondere al suo nuovo ultimatum: con l’ipotesi dei “responsabili” che sta perdendo quota, senza un rimpasto può nascere un nuovo governo guidato da Dario Franceschini con Luigi Di Maio vicepremier.
Matteo Renzi sembrerebbe essere riuscito nella sua impresa: mettere Giuseppe Conte spalle al muro per avere veramente in mano i fili del governo, grazie ai diciotto senatori di Italia Viva che sono indispensabili per la sopravvivenza della maggioranza a Palazzo Madama.
Due sono i fattori che giocano a favore dell’ex premier. Per prima cosa c’è la sostanziale impossibilità materiale a causa del Covid di andare al voto prima di agosto, momento in cui scatterà il semestre bianco.
Poi c’è la questione dei “responsabili” che avrebbero potuto sostituire al Senato i renziani riottosi: al momento i numeri non ci sarebbero, visto che i tre senatori dell’UdC e quelli di Cambiamo hanno ribadito di voler restare all’opposizione.
Giuseppe Conte così avrà tempo fino al 6 gennaio per dare risposte a Matteo Renzi: il Presidente del Consiglio sarebbe disposto ad accettare alcune delle richieste, tra cui anche la questione della delega ai servizi segreti oltre alla modifica del Recovery Plan, ma sul Mes sanitario non ci sono al momenti margini per una trattiva.
Cosa vuole Renzi: rimpasto o governo Franceschini?
Questa volta il sentore è che lo strappo tra Matteo Renzi e Giuseppe Conte non possa essere ricucito. Nonostante il momento così delicato, che dovrebbe imporre la massima responsabilità politica da parte di tutti, il leader di Italia Viva potrebbe non accontentarsi di alcune aperture del premier in merito al papello di richieste recapitato a Palazzo Chigi.
Gli scenari a questo punto sono diversi e provare a ipotizzare quello che potrebbe accadere appare essere una sciarada. I pontieri all’interno dei giallorossi sono da tempo a lavoro, ma la distanza sembrerebbe essere ancora molta.
Se alla fine si arriverà a breve a una conta al Senato, due sono i possibili risvolti che sembrerebbero essere più gettonati tra le tante voci di Palazzo che stanno circolando, spesso anche ad arte, in questi giorni.
La prima ipotesi è quella di un Conte ter, con un corposo rimpasto di governo anche se dalle parti di Italia Viva continuano a ribadire di “non essere interessati alle poltrone”. Nel caso, a rischio ci sarebbero tre ministre: Luciana Lamorgese, Lucia Azzolina e Paola De Micheli.
Il secondo scenario è quello di un addio di Giuseppe Conte con la nascita di un nuovo governo sempre sostenuto dai giallorossi, con Dario Franceschini a Palazzo Chigi e Luigi Di Maio come vicepremier.
Due opzioni queste entrambe vincenti per Matteo Renzi, che potrà continuare a fare il bello e cattivo tempo fino a che durerà questa legislatura: visti i sondaggi, quando si tornerà a votare l’ex premier potrebbe fare come Angelino Alfano, che alle ultime elezioni ha preferito non presentarsi e trovare un bel lavoro manageriale piuttosto che cimentarsi in un voto dove avrebbe rischiato di non superare la soglia di sbarramento.
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