Green pass, allarme QR Code sui social: perché è pericoloso pubblicarlo

E. C.

26/06/2021

Con l’arrivo dei primi green pass, cominciano a comparire sui social le foto dei QR Code corrispettivi. Si tratta di un’azione pericolosa: ecco perché.

Green pass, allarme QR Code sui social: perché è pericoloso pubblicarlo

Chi ha ricevuto la prima dose, può già richiedere il certificato verde.

Così, dopo questa notizia, sui social sono iniziati a comparire i post di chi è tra i primi ad aver ottenuto il green pass con foto correlata, ma ancora si ignorano i rischi a cui questa azione di condivisione può esporre.

A spiegarlo è un video di Guido Scorza, un membro del Garante della privacy. Il video in questione è colmo d’informazioni sulla pericolosità di mostrare al mondo il nostro green pass personale.

Vediamo nel dettaglio che rischi si corrono e anche come poterli evitare.

Perché è pericoloso pubblicare il QR Code del green pass sui social

In primo luogo, c’è da dire che il QR Code del green pass racchiude in sé molti dati personali. Ciò vuole dire che, anche se quei dati non sono leggibili come potrebbe essere letto un testo tradizionale, esistono dei modi - e anche delle app create appositamente - per decifrarli.

Nel QR Code personale, infatti, c’è tutto: chi siamo, la data di nascita, quante dosi di vaccino abbiamo ricevuto e quale tipo abbiamo scelto di fare, se e anche quando abbiamo contratto il Covid-19 e addirittura quando abbiamo fatto un tampone, con tanto di esito positivo o negativo.

Cosa significa condividere quei dati

Condividere tutti i nostri dati personali su Internet e, in particolare, sui social significa rendere pubbliche tutte le informazioni che ci riguardano e metterle a disposizione per qualsiasi malintenzionato che abbia la voglia o solo la curiosità di leggerle.

Proprio in questo risiedono il rischio e il pericolo di pubblicare il QR Code del certificato verde sul web. Quello che potrebbe sembrare un gesto innocuo di condivisione con gli altri è in realtà un atto sconsiderato che potrebbe tornare per nuocerci.

L’allerta per la privacy dei cittadini

A causa del fenomeno che sta diffondendosi sempre di più sui social, c’è stato bisogno di lanciare l’allerta attraverso il comunicato video, con il quale si spiega proprio perché può essere pericoloso pubblicare tutta la nostra storia di dati personali su Internet.

Per di più, si tratta per la prevalenza di dati sanitari che chiunque potrebbe utilizzare per finalità malevole, come per esempio dedurre i regressi di salute del soggetto che ha pubblicato il QR Code, se ha patologie particolari e informazioni simili.

Come evitare d’incorrere nel pericolo

L’unico modo per evitare d’incorrere nel pericolo di mettere a disposizione i nostri dati personali riportati sul green pass, come ricorda anche l’Autorità Garante per la protezione della privacy nel video, consiste nell’evitare di esporre il QR Code su Internet.

Se proprio si vuole esibire la soddisfazione di avere il green pass e non si riesce a farne a meno, certamente - continua Guido Scorza - si potrà condividere soltanto la notizia senza postare l’immagine o, quantomeno, coprire l’agognato QR Code.

Per evitare di avere problemi, bisogna ricordarsi che quello del certificato verde è un documento ufficiale e che, come tale, si può scaricare e stampare e va mostrato solo alle autorità competenti e solo attraverso l’app istituzionale di Governo che garantisce che il verificatore veda solo se abbiamo o meno il green pass e non anche tutte le altre informazioni personali.

Un altro pericolo: la frode

Per di più, un ulteriore pericolo in cui si incorre nell’esporre il proprio QR Code è quello di facilitare la falsificazione.

Ebbene sì, per quanto difficile, un QR Code è falsificabile e ciò vuole dire che pubblicare post su Internet suggerendo dei modelli originali da seguire potrebbe rendere più facile il compito illecito di creare green pass contraffatti.

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