Green pass: a pochi giorni dall’entrata in vigore dei nuovi obblighi c’è ancora una platea di persone che pure volendo non riesce ad avere - per una serie di motivi - il certificato verde.
Dal 6 agosto prossimo il green pass diventerà obbligatorio per accedere a una moltitudine di servizi, come ad esempio per andare al ristorante (al chiuso) o in palestra. Per questo motivo negli ultimi giorni è partita una vera e propria corsa al green pass, anche perché chi non lo ha non potrà accedere a una lunga serie di attività.
Eppure c’è un’amplia platea di persone che per il momento non può avere il green pass, neppure se lo volesse: esistono, infatti, una serie di casi su cui il Governo si è espresso negativamente non riconoscendone i requisiti per il rilascio del green pass. Requisiti che oggi ricordiamo essere:
- aver effettuato una dose di uno dei vaccini riconosciuti in Italia da almeno 15 giorni;
- essere guariti dal Covid da non più di 6 mesi;
- aver effettuato un tampone nelle ultime 48 ore (con esito negativo ovviamente).
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Queste le tre condizioni che permettono il rilascio del green pass: ma ci sono alcune situazioni limite che tuttavia non rientrano nelle fattispecie suddette, con migliaia di persone che oggi sono escluse dalla possibilità di richiedere la certificazione verde.
Chi è stato vaccinato ma non è riconosciuto come tale
Come anticipato, non basta essere vaccinati per poter ricevere il green pass: è necessario, infatti, che il vaccino ricevuto sia riconosciuto. A oggi hanno ottenuto l’autorizzazione in Europa i vaccini realizzati da BioNTech/Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Janssen Pharmaceutica NV.
Lo Sputnik, il vaccino russo, non è stato invece riconosciuto e di conseguenza non vi è il rilascio del green pass per coloro ai quali questo è stato somministrato. E ci sono anche gli italiani: non solo i residenti a San Marino, ma anche i transfrontalieri dell’Emilia Romagna che lavorano nella piccola Repubblica.
Nelle comunità al confine di San Marino non mancano i vaccinati con il vaccino Sputnik, i quali non potranno ottenere il green pass se non effettuando un tampone che certifica la loro negatività al virus. Ma di certo non si può chiedere a questi di sottoporsi a tamponi ogni volta che vogliono andare a cena al ristorante oppure in palestra o in piscina.
Dal Governo, per il momento, c’è ancora chiusura: come spiegato dal Ministro Speranza, nell’attesa che l’EMA dia l’autorizzazione al vaccino russo (autorizzazione che potrebbe anche non arrivare mai), “non siamo nelle condizioni di poter utilizzare il green pass per il vaccino russo”.
Chi non può vaccinarsi
Ci sono poi una serie di persone - ad esempio coloro che hanno problemi di salute, come ad esempio per il rischio reazioni allergiche - che non possono sottoporsi al vaccino. Persone che vorrebbero anche vaccinarsi, ma che per il momento non possono in quanto gli viene sconsigliato. Questi probabilmente verranno esclusi dall’obbligo del green pass, ma servirà l’apposita circolare del Ministero della Salute per confermarlo e per indicare tutti i casi di esenzione.
Guariti dal Covid
Altro problema riguarda coloro che sono guariti dal Covid. Come noto, nei giorni scorsi il Ministero della Salute ha stabilito che per coloro che hanno contratto il Covid può essere somministrata una sola dose di vaccino. La somministrazione deve avvenire preferibilmente entro i 6 mesi e non oltre i 12 mesi dalla guarigione.
Come abbiamo visto in precedenza, però, il green pass per gli immuni dopo contagio vale solamente per 6 mesi; questi, dunque, devono organizzarsi per tempo per ricevere la prima dose prima del termine del semestre, altrimenti ci sarà un periodo in cui questi non potranno ricevere il green pass.
Analfabeti digitali
Ci sono poi quelle persone che soddisfano tutti i requisiti per il rilascio del green pass, in quanto sono immunizzati con uno dei vaccini riconosciuti dall’EMA, ma che non riescono ad avere il certificato verde. I problemi sono diversi: dall’SMS che non arriva agli errori nel QR Code.
Un problema soprattutto per i cosiddetti analfabeti digitali, ossia quelle persone - specialmente tra i più anziani - che non hanno competenze digitali, non sanno come scaricare il green pass e non sanno a chi rivolgersi per farlo. È vero che il green pass si può chiedere anche in farmacia, e in quel caso basta la tessera sanitaria, ma è anche vero che questo non tutti lo sanno.
Servirebbe, dunque, una migliore campagna d’informazione per evitare che anche chi è nella condizione di poter richiedere il green pass sappia come farlo con facilità e senza che ci siano errori informatici che rallentano la procedura.
E tra gli “errori” informatici c’è anche quanto sta succedendo in Regione Lazio, dove i sistemi sono sotto attacco da parte di hacker con il servizio per il rilascio del green pass che ancora oggi - martedì 3 agosto - appare inutilizzabile.
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