Beppe Grillo e Davide Casaleggio rappresentano i maggiori ostacoli per la rifondazione del Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte. La proclamazione a capo politico dell’ex premier slitta a dopo l’estate?
Giuseppe Conte sta trovando diversi ostacoli sulla sua strada per portare a compimento l’annunciata rifondazione del Movimento 5 Stelle.
Dalla ufficializzazione della sua discesa in campo per guidare i pentastellati a oggi, infatti, per l’ex presidente del Consiglio non si sono registrati sostanziali passi in avanti in un percorso che appare bloccato, portando a ripercussioni anche sugli ultimi sondaggi in cui il Movimento ha subito un tonfo venendo scavalcato da Fratelli d’Italia.
Le principali grane che Conte si trova ad affrontare per poter attuare il suo progetto politico sono strettamente legate ai fondatori dello stesso Movimento: Beppe Grillo e Casaleggio (in questo caso non Gianroberto ma il figlio Davide), i quali, per motivi diversi, rappresentano ormai il maggiore problema per la galassia 5 Stelle.
Grillo e Casaleggio sono i maggiori ostacoli per il M5S di Conte
Il video di Beppe Grillo a difesa del figlio Ciro, indagato per violenza sessuale di gruppo, ha scatenato una vera bufera mediatica sul comico genovese, con pesanti ripercussioni anche sugli esponenti pentastellati.
Sulla vicenda è intervenuto lo stesso Conte, ma la sua reazione è stata giudicata da diversi osservatori troppo timida per la gravità delle parole pronunciate da Grillo su una materia come quella della violenza sessuale.
Questo, però, non sarebbe l’unico episodio giudiziario che vede il fondatore dell’M5S protagonista. Come è stato ricostruito dal Foglio, lo showman di Sant’Ilario dovrà presto affrontare una serie di cause civili avviate per il suo precedente ruolo di capo politico, in cui ci sarebbero in ballo centinaia di migliaia di euro in spese legali e possibili risarcimenti.
Secondo il quotidiano fondato da Giuliano Ferrara, Grillo potrebbe quindi “cedere” il suo ruolo di garante, con il quale in passato ha potuto bloccare alcune candidature ritenute non adeguate e ha contribuito in maniera decisiva alla nascita del Governo Draghi, in cambio del pagamento da parte del Movimento di questi esborsi.
Conte capo politico del Movimento, slitta tutto a dopo l’estate?
Dall’altra parte, invece, si assiste al divorzio tra il Movimento 5 Stelle e la piattaforma Rousseau, lo strumento che doveva permettere, secondo la visione di Casaleggio padre, la svolta per la trasformazione della società da un sistema di democrazia rappresentativa a quello di democrazia diretta.
A portare alla rottura definitiva è stato il mancato versamento della somma di 450 mila euro da parte dei parlamentari grillini, che permette a Casaleggio Jr di entrare in possesso esclusivo del servizio online sganciandolo dalla forza politica.
Questa separazione avrebbe dovuto però portare alla consegna dei dati degli iscritti a Rousseau ai vertici del Movimento. Tuttavia Davide Casaleggio, facendo leva sui termini di privacy degli utenti, si rifiuta di consegnare tali informazioni a un’organizzazione sprovvista di un rappresentante legale, dato che Conte non è ancora capo politico e Crimi può essere considerato decaduto dalla carica.
Una situazione complessa che potrebbe portare, secondo alcune indiscrezioni, a uno slittamento addirittura a dopo l’estate per la proclamazione di Giuseppe Conte a leader del Movimento 5 Stelle, con l’incombenza delle elezioni amministrative da affrontare ad ottobre.
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