L’imprevedibilità della guerra, anche quella in corso in Ucraina, impone cautela su possibili scenari. Bloomberg ne ha proposti 3, nei quali inquadrare tutte le opzioni per l’economia del mondo.
Dopo lo shock pandemico, è arrivata addirittura una guerra e in suolo europeo: niente di più inimmaginabile, nonostante l’atteggiamento di Putin di lunga data.
Cosa accadrà all’economia globale? Difficile pronosticare scenari davvero realistici. Tuttavia, si possono accennare sviluppi ipotetici tenendo presente da dove parte il mondo con lo scoppio della guerra tra Ucraina e Russia.
Il conflitto si inserisce in un quadro poco stabile, con l’inflazione alle stelle, la carenza di gas, catene di approvvigionamento ancora stressate, banche centrali in bilico tra rialzi dei tassi e protezione della ripresa.
Con i mercati finanziari all’insegna della volatilità, il petrolio in grande avanzata, materie prime in corsa e una transizione energetica che incalza, la guerra ha inserito un fattore davvero preoccupante per la crescita del mondo.
Cosa aspettarsi? Bloomberg Economics ha disegnato 3 ipotetici scenari per l’economia globale.
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1. Gas e petrolio non si fermano
Il primo scenario paventato è quello di combattimenti di breve durata e di nessuna interferenza sulle attività estrattive e di esportazione di gas e petrolio russo.
Si tratta della situazione più ottimistica, con sanzioni rivolte alle principali banche russe e restrizioni su transazioni e accesso alle componenti tecnologiche. L’impatto sarebbe soprattutto a Mosca. Il calo del rublo e l’aumento dell’inflazione porterebbero a forti aumenti dei tassi. Le sanzioni dovrebbero limitare il commercio e l’espansione economica.
In Europa, con prezzi energetici elevati (ma forniture non interrotte e non colpite da sanzioni) si verificherebbero ricadute negative, ma moderate sulla crescita. Il rialzo della BCE di fine 2022 resterebbe ancora in gioco.
Negli USA, l’inevitabile crescita dei prezzi dell’energia e le condizioni finanziarie più restrittive spingerebbero la Fed a limitare il numero di rialzi dei tassi.
2. Guerra più lunga, shock energetico
Un conflitto prolungato, una risposta occidentale più dura e interruzioni delle esportazioni russe di petrolio e gas provocherebbero uno shock energetico maggiore e un duro colpo ai mercati globali.
In Russia, l’impatto combinato di rublo debole, turbolenze del mercato e interruzioni del commercio innescano una profonda recessione.
In Europa, l’impennata dei prezzi dell’energia, le ricadute negative e le turbolenze finanziarie spingerebbero verso una lieve flessione il blocco. L’aumento dei tassi della BCE sarebbe rinviato al 2023.
Negli Stati Uniti, i prezzi dell’energia più forti e il rischio globale di shock renderebbero la Fed più accomodante.
3. Europa senza gas russo
Uno scenario peggiore causerebbe l’interruzione dell’approvvigionamento di gas in Europa, innescando una recessione, mentre gli Stati Uniti vedrebbero condizioni finanziarie significativamente più restrittive, un colpo maggiore alla crescita e una Fed marcatamente più accomodante.
Nel dettaglio, con le sanzioni ai livelli più pesanti e dinanzi a ritorsioni russe si assisterebbe allo stop del flusso di gas verso l’Europa.
A Mosca, una crisi più profonda sarebbe un duro colpo al bilancio e al settore energetico nazionale.
L’impatto combinato della carenza di energia, delle ricadute negative e dell’elevata incertezza farebbe iniziare una recessione in Europa.
Negli USA, il picco energetico aggiunto ad aspettative di inflazione ai massimi porterebbe la Fed a stringere la sua politica mentre la domanda rallenta.
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