C’è chi difende le scelte di Putin e punta il dito contro gli Stati Uniti, accusandoli di aver creato le condizioni per la guerra in Ucraina.
La Russia ha amici, alleati e simpatizzanti (anche in Italia), così quanto gli Stati Uniti ha nemici e rapporti complicati con una parte di mondo. La guerra in Ucraina infatti non avviene nel nulla, in un mondo che è, come in un calcolo scientifico, nel “vuoto”. Le relazioni internazionali intessute nel corso dei decenni sono oggi essenziali per capire quali potrebbero essere le conseguenze di quanto sta accadendo in Ucraina o quali saranno le conseguenze delle sanzioni alla Russia.
È sui rapporti tra i Paesi che si costruiscono o si potrebbero costruire le future alleanze di una guerra ampia. Nell’ipotetico scenario di una guerra capace di coinvolgere il mondo, c’è già chi si è schierato da una parte e chi dall’altra, chi difende Putin e attacca gli Stati Uniti o viceversa. Seduti al tavolo da gioco, che possiamo identificare come il territorio ucraino, ci sono da Stati Uniti e Russia. Sono i rapporti sigillati negli anni post Urss che hanno delineato il mondo così come appare oggi e, allo stesso modo, possono disegnare il paesaggio di domani.
Perché di una cosa sono tutti certi: quanto sta accadendo in Ucraina è già Storia. Lo ha detto Olaf Scholz, cancelliere della Germania, ma anche Vladimir Putin, quando ha ricordato a tutti i Paesi che le conseguenze di aiutare l’Ucraina sarebbero state “mai viste prima”.
Gli amici di Putin: Cina e Corea del Nord si schierano in difesa della Russia
Alcuni si erano schierati già prima della dichiarazione d’invasione di Vladimir Putin. Lo avevano fatto sulla fiducia, cioè sul legame anti-statunitense che li lega. E poi c’era chi, come la Cina, aveva tentato di mandare messaggi distensivi per entrambe le parti, riconoscendo la sovranità dell’Ucraina e allo stesso tempo riconoscendo l’azione della Russia.
Ci spaventa molto immaginare il mondo diviso in due - volutamente escludendo quello che a lungo è stato definito “terzo mondo” - perché riporta alla mente il periodo della Guerra Fredda, della pace precaria e armata che reggeva il boom economico e demografico. Il richiamo a eventi del passato è inevitabile, come il dovere di analizzare le vicende in Ucraina all’interno di un contesto storico, politico ed economico e non nel vuoto.
Le dichiarazioni di Cina e Corea del Nord sulla guerra in Ucraina
Le dichiarazioni di Cina e Corea del Nord sulla guerra in Ucraina sono in chiave anti-statunitense e anti-Nato. La Corea del Nord ha puntato il dito contro gli Stati Uniti, sottolineando in un comunicato come l’invasione dell’Ucraina sia stata provocata dalla “politica egemonica e arbitraria” degli USA.
Kim Jong-un, così come Aljaksandr Lukašėnka, presidente della Bielorussia, hanno ribadito in diverse occasioni che le sanzioni alla Russia non porteranno ad altro che alla Terza guerra mondiale.
Le parole di Kim Jong-un in particolare sono state piuttosto nette. “Gli Stati Uniti cercano di imbellire le loro ingerenze negli affari interni degli altri come impegno per la pace e la stabilità nel mondo - si legge nel comunicato, e - denunciano senza motivo le misure di autodifesa adottate da altri per la propria sicurezza nazionale come ‘ingiustizie e provocazioni’”.
Non sono parole a vuoto o che arrivano nel vuoto. Le guerre in Afghanistan o in Iraq ci riportano alla mente le colpe degli Stati Uniti e, straordinariamente, ci si ritrova anche a sostenere in parte le parole del leader nord-corano.
La Cina sapeva dell’invasione in Ucraina?
Nelle ultime ore un nuovo dubbio si sta insediando sulla Cina. Secondo alcuni osservatori è possibile che la Cina sapesse della futura invasione dell’Ucraina. Xi Jinping sarebbe stato informato, secondo questa versione, dallo stesso Putin in un incontro precedente all’invasione e alle Olimpiadi invernali.
L’incontro, passato in osservato, è stato in realtà il primo incontro avvenuto faccia a faccia tra i due leader dopo oltre due anni, rompendo la regola d’oro di Xi Jinping di non incontrare nessun leader. Tranne Putin, appunto.
Oggi, sul profilo Twitter del ministro degli Esteri della Cina, Lijian Zhao, è comparso un meme. Non un meme qualsiasi, ma uno che riassumeva un preciso messaggio contro gli Stati Uniti. Lo stesso ministro cinese lo ha spiegato così: “Gli Stai Uniti chiedono alal Cina di fermare la guerra, mentre buttano benzina sul fuoco”.
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