Gli analisti di Goldman Sachs e J.P. Morgan hanno messo in luce dei fattori sulle azioni cinesi da tenere sotto controllo. Vediamo quali
Dalla chiusura dello scorso 15 aprile (giorno in cui sono stati segnati i top del 2019), l’indice MSCI China, che raccoglie circa l’85% delle azioni cinesi di società a media e alta capitalizzazione, ha lasciato sul terreno il 15,13% di valore.
A pesare diversi fattori, tra cui le continue escalation commerciali tra Usa e Cina e il rallentamento economico che si sta verificando all’interno del Dragone.
Goldman Sachs: tagliate le stime sugli EPS dell’indice MSCI China
In questo quadro, Goldman Sachs ha tagliato le stime degli utili per azione dell’indice MSCI China. Nello specifico, la stima sulla crescita degli EPS è scesa al 6% (dal precedente 8%) per il 2019, mentre per il 2020 il dato è atteso al 9% (la stima precedente era al 10%). Ciò significa che la probabilità implicita della risoluzione della guerra commerciale tra Usa e Cina è scesa al 12%.
Gli analisti della banca non si attendono inoltre nessun accordo tra le due superpotenze prima delle elezioni presidenziali in America del 2020. Per l’indice MSCI China però, il target a 12 mesi è per un raggiungimento degli 82 punti (+10,72% dai 73,21 punti dell’ultima chiusura).
J.P. Morgan: il mercato azionario cinese è in ipercomprato
Secondo gli analisti di J.P. Morgan, i dati evidenziano come ci sia stato un forte aumento delle posizioni nette lunghe da parte degli investitori nel corso dell’anno.
Nel report diffuso dalla società statunitense, si legge come il mercato azionario cinese si trovi in una situazione di ipercomprato, “specialmente se confrontato con l’anno scorso”. Si deve considerare infatti come prima della discesa di aprile, l’MSCI China si è apprezzato del 23% dall’inizio del 2019. Dopo i cali degli scorsi mesi, questo progresso si è ridotto al 2,8%.
In questo quadro, gli esperti di J.P. Morgan evidenziano come lo Yuan sia in ipervenduto. Oltre a ciò, le obbligazioni onshore cinesi potrebbero beneficiare delle prospettive di un taglio dei tassi da parte della PBOC.
Gli strategist guidati da Nikalaos Panigirtzoglou affermano: “dal punto di vista del posizionamento degli investitori, le azioni cinesi onshore sembrano più vulnerabili rispetto allo Yuan nel caso in cui le tensioni commerciali dovessero aumentare da ora in poi”.
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