Immigrazione, Draghi in pressing sull’UE. Europa pronta a finanziare guardia costiera libica?

Riccardo Lozzi

11/05/2021

Draghi è pronto a portare il tema dell’emergenza migranti al prossimo Consiglio Europeo per non lasciare isolata l’Italia. Intanto l’UE potrebbe finanziare la guardia costiera libica per aumentare i respingimenti.

Immigrazione, Draghi in pressing sull’UE. Europa pronta a finanziare guardia costiera libica?

Con oltre 2.100 persone sbarcate a Lampedusa negli ultimi giorni, in Italia e in Europa è tornata centrale l’emergenza migranti.

Il presidente del Consiglio Mario Draghi sarebbe già in pressing sulle istituzioni dell’Unione Europea e i Paesi membri per evitare l’isolamento che l’Italia ha registrato nella gestione dell’immigrazione durante gli ultimi anni.

Così l’ex presidente della BCE ha già ricevuto una risposta da parte di Ylva Johansson, commissario europeo agli Affari Interni, la quale ha affermato come i recenti arrivi debbano essere distribuiti tra i vari Stati.

Secondo Johansson, anche con le difficoltà legate alla pandemia da Covid-19, tutti devono mostrare la propria solidarietà nei confronti dell’Italia che non deve essere lasciata sola in questo momento critico.

Immigrazione, Draghi in pressing sull’UE

Si tratta certamente di una prima notizia positiva per il Governo italiano. Tuttavia potrebbe non bastare a Draghi che, anche per tranquillizzare Salvini sulla questione, sarebbe pronto a portare il tema al prossimo Consiglio Europeo del 24 e 25 maggio, affrontandola comunque già in queste ore.

Il presidente del Consiglio vorrebbe spingere per trovare una soluzione che risolva il problema alla radice, senza trovarsi a dover affrontare una redistribuzione che, come già avvenuto in passato, rischia di arenarsi su una solidarietà solo a parole e di difficile attuazione a causa dei veti dei suoi omologhi europei.

Europa pronta a finanziare la guardia costiera libica?

La prospettiva sarebbe quella di stringere un accordo con la Libia, attraverso l’attivazione di fondi comunitari per finanziare le operazioni di respingimento da parte della guardia costiera dello Stato nordafricano.

In questo senso, sarebbe al vaglio l’utilizzo dello Strumento europeo per la pace, un fondo dal valore di 5 miliardi di euro approvato lo scorso marzo per dotare la politica estera e di sicurezza dell’Unione Europea di risorse autonome, consentendole di giocare un ruolo di primo piano in campo internazionale.

Tra le misure incluse nello Strumento europeo per la pace, viene considerata anche la possibilità di fornire a Paesi terzi attrezzature, infrastrutture e altri servizi di assistenza legati alla difesa.

La guardia costiera libica avrebbe richiesto quindi motovedette e aerei al fine di creare un “ambiente sicuro e protetto” nel Mediterraneo.

Una richiesta che sarebbe stata già discussa, ricevendo anche una prima approvazione dal comandante dell’operazione IRINI, come è stato riportato da EUobserver che ha visionato il documento.

L’operazione IRINI era stata lanciata il 31 marzo 2020 ed era nata con l’obiettivo di far rispettare l’embargo sulle armi ordinato dall’ONU a causa dello scoppio della seconda guerra civile libica, ma, con questo nuovo scopo, potrebbe veder modificata radicalmente la propria natura.

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