Nei dibattiti economici europei l’inflazione resta l’argomento dominante. Il rialzo dei prezzi al consumo visto dagli esperti e dalla presidente BCE Lagarde, nel suo intervento odierno.
L’inflazione in Europa è osservata speciale, con i nuovi dati attesi in questa settimana.
Mentre sale il timore di un’impennata dei prezzi più forte e lunga del previsto, Christine Lagarde è tornata a parlare delle decisioni BCE e del quadro finanziario globale e dell’Eurozona.
Il pericolo inflazione nella regione a moneta unica non c’è, ma la consapevolezza della sua persistenza oltre le stime è ferma. Cosa prevedono analisti e Lagarde sulla crescita dei prezzi?
Cosa ha detto Lagarde sull’inflazione dell’Eurozona
Parlando al Parlamento EU, oggi, lunedì 15 novembre, Christine Lagarde è tornata sull’argomento più spinoso per tutte le banche centrali: l’inflazione.
Il discorso non cambia rispetto a quanto già detto nel dopo riunione del 28 ottobre: i prezzi stanno aumentando per fattori transitori, anche se il rialzo sarà più lungo del previsto.
Nello specifico, la governatrice ha affermato:
“I colli di bottiglia dell’offerta non sono l’unica fonte di rischio al ribasso per le prospettive di crescita. L’aumento dei prezzi dell’energia potrebbe anche frenare la crescita limitando il potere d’acquisto e frenando la ripresa dei consumi. Passando all’inflazione, il tasso è aumentato più di quanto avevamo previsto a settembre, attestandosi al 4,1 per cento in ottobre.”
Lagarde ha comunque ricordato che a metà 2022 la pressione sui prezzi dovrebbe allentarsi e, in generale, “continuiamo a prevedere che l’inflazione a medio termine rimanga al di sotto del nostro nuovo obiettivo simmetrico del due per cento.”
Al momento non ci sono prove di salari in rialzo, anche se da Francoforte non escludono l’ipotesi di una crescita dei salari maggiore nel 2022 rispetto a quest’anno, pur senza impatti secondari. E, comunque, solo nel caso di strozzature dell’offerta durevoli e prezzi energetici in avanzata.
Il board BCE, quindi, rimane convinto che la politica accomodante sia ancora necessaria. A dicembre saranno diramate nuove proiezioni e, probabilmente, chiarimenti sul PEPP.
Le previsioni sui prezzi della zona euro
L’inflazione nell’area dell’euro sarà più veloce di quanto stimato sia quest’anno che il prossimo, prima di scivolare ben al di sotto dell’obiettivo BCE nel 2023, secondo gli economisti intervistati da Bloomberg.
La crescita dei prezzi al consumo raggiungerà il picco del 4,2% alla fine del quarto trimestre, al di sopra della precedente previsione del 3,6%, secondo la stima del sondaggio. Un anno dopo, il tasso scenderà di oltre la metà all’1,6%, inferiore al target di medio termine del 2%.
Secondo gli esperti, tra le maggiori economie del blocco valutario, l’inflazione spagnola – al 5,3% – è considerata quella in crescita più veloce alla fine dell’ultimo trimestre 2021.
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