Mercati oggi innervositi dalla corsa senza freni dell’inflazione, mentre aspettano i nuovi dati USA sui prezzi. Il petrolio continua a correre e dalla Cina i segnali sulla ripresa restano incerti.
Mercati oggi all’insegna della debolezza: le azioni asiatiche precipitano spinte al ribasso dalla corsa dei prezzi su tutti i fronti.
La giornata si preannuncia importante, con i trader che osservano gli ultimi dati sull’inflazione che nel pomeriggio saranno pubblicati negli USA. Intanto, la potenza europea tedesca ha pubblicato prezzi al consumo a +4,5% nel mese di ottobre.
L’indice azionario Asia-Pacifico di MSCI Inc. è diminuito e il mercato cinese sta mostrando difficoltà, dopo che un rapporto ha mostrato prezzi di fabbrica in aumento al ritmo più veloce degli ultimi 26 anni.
In questa cornice, vediamo cosa succede oggi nei mercati.
Mercati a picco: l’inflazione e non solo agita l’Asia
Alle ore 8.10 circa, le borse asiatiche viaggiano tutte in rosso. Il Nikkei giapponese perde lo 0,61% e gli indici cinesi Shenzhen e Shanghai mostrano un ribasso rispettivamente di 0,38% e 0,41%.
Hong Kong perde lo 0,13% e il Kospi della Corea del Sud l’1,09%.
La Cina non è assediata soltanto dai prezzi alle stelle, sia al dettaglio che quelli di produzione. Anche rallentamento economico sta tormentando gli investitori, soprattutto perché una stretta creditizia sembra diffondersi rapidamente nel gigantesco settore immobiliare.
Le obbligazioni del comparto hanno subito una nuova batosta e oggi le azioni dello sviluppatore Fantasia Holdings sono in netta perdita, con la società che ha avvertito sulla possibilità di non poter rispondere ai propri obblighi di debito. China Evergrande Group si è indebitato in vista di un test di pagamento sulle obbligazioni in dollari.
Le fosche prospettive della domanda hanno spinto il minerale di ferro al minimo di 19 mesi e i titoli immobiliari di Hong Kong hanno portato l’Hang Seng al ribasso dell’1% al minimo di un mese.
Si stanno anche accumulando altre nuvole in Asia, con un sondaggio in Giappone che mostra la fiducia delle imprese dei produttori scesa a un nuovo minimo di sette mesi.
Prezzi in aumento ovunque: mercati in allerta
Gli investitori sono in attesa dei dati sull’inflazione negli Stati Uniti di oggi, che potrebbero fornire il risultato più alto dal dicembre 1990.
Le pressioni persistenti sui prezzi e la conseguente accelerazione dell’inasprimento della politica monetaria sono tra i rischi chiave per le azioni globali, che rimangono vicino ai massimi storici.
La presidente della Fed di San Francisco, Mary Daly, ha indicato di aspettarsi che l’inflazione “strabiliante” diminuirà il prossimo anno man mano che i fattori ostacolanti legati alla pandemia si attenueranno.
Il presidente della Fed di St. Louis, James Bullard, ha ribadito invece di aver previsto due aumenti dei tassi nel 2022.
In vista dei dati, anche Wall Street ha frenato nella notta. Intanto, i futures del greggio Brent e USA hanno esteso i guadagni in una quarta sessione, toccando i massimi di due settimane intorno agli 85 dollari al barile.
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