L’H5N8 è un ceppo del virus aviario al momento presente in 46 Paesi: ha già contagiato l’uomo, ma ora due ricercatori cinesi su Science hanno lanciato l’allarme per una possibile nuova pandemia.
Il virus aviario H5N8 potrebbe generare una nuova pandemia. L’allarme è stato lanciato sulla prestigiosa rivista Science da due ricercatori cinesi: Weifeng Shi dell’Università Shandong e George Fu Gao, un membro dell’Accademia cinese delle scienze.
“L’emergere e la diffusione globale del virus dell’influenza aviaria (AIV) H5N8, un patogeno che ha causato epidemie continue e in corso con un’enorme mortalità negli uccelli selvatici e d’allevamento in tutta l’Eurasia e in Africa durante il 2020 - si legge in una nota - rappresenta una notevole preoccupazione per la salute pubblica, in particolare considerando che i primi casi umani di infezione da H5N8 sono stati segnalati per la prima volta lo scorso dicembre”.
Non è di certo la prima volta che si parla di questo nuovo ceppo, comparso in Germania nel marzo 2020 ma che è stato relegato in secondo piano vista la pandemia da Covid che ha sconvolto l’intero pianeta.
Dopo i primi casi di infezione da animale a uomo, i due ricercatori cinesi hanno sottolineato come sarebbe importante tenere sotto stretto controllo i contagi, vista la possibilità di “ulteriori ricadute umane che potrebbero provocare nuove e devastanti pandemie”.
Cosa sappiamo del virus aviario H5N8
L’H5N8 è un sottotipo del virus dell’influenza A ed è altamente letale per uccelli selvatici e pollame. Nel corso dell’ultimo anno, è stato riscontrato in almeno 46 paesi tra Europa, Asia e Africa.
Sono stati contagiati uccelli selvatici e pollame, provocando una forte mortalità in questi animali. L’H5N8 non è tipicamente associato agli esseri umani; tuttavia, nel febbraio di quest’anno è stata diffusa la notizia di sette persone che sono state infettate in Russia.
Stando a quanto riferito dalle autorità di Mosca, i contagiati avrebbero avuto sintomi lievi. Anna Popova, la direttrice dell’Agenzia federale russa per i controlli sanitari, ha specificato che “il virus può essere trasmesso dagli uccelli all’uomo, ma non può essere trasmesso da un essere umano a un altro”.
Sul sito del nostro Ministero della Salute, si legge che i virus aviari “non sono in grado di trasmettersi con efficienza all’uomo, ma possono farlo sporadicamente e in determinate condizioni”.
L’epidemia di aviaria che tutti ricordiamo, è iniziata nel 2003 nel Sud-Est asiatico ed è stata generata dal ceppo H5N1. In quella zona sono state infettate circa 300 persone, con qualche caso anche di contagio interumano, mentre i morti sarebbero stati 200.
All’epoca l’Oms riteneva il virus H5N1, se mai avesse acquisito la capacità di replicarsi efficacemente negli umani, un potenziale candidato per una pandemia influenzale. Adesso invece i due ricercatori cinesi hanno richiamato l’attenzione sul ceppo H5N8.
“La rapida diffusione globale e la sua capacità di attraversare la barriera di specie, trasmettendo all’uomo - hanno riportato Shi e Gao su Science - lo rende una delle principali preoccupazioni non solo per l’agricoltura e la sicurezza della fauna selvatica, ma anche per la salute pubblica globale”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA