All’Investor Conference del “Mid & Small in Milan” il comparto Insurance è rappresentato da Net Insurance. Ai nostri microfoni Luigi Di Capua, CFO.
E’ fuori ogni discussione che i 18 mesi di pandemia abbiano significativamente cambiato il concetto di sicurezza, almeno per noi italiani. Dal 2020 sono emerse con maggiore forza tutta una serie di lacune, di fragilità e, soprattutto, di impreparazione in materia di salvaguardia sia sul piano personale che su quello professionale.
Il tema, purtroppo, ruota sempre intorno a una scarsa alfabetizzazione finanziaria che coinvolge ampie fasce della nostra popolazione. Con triste consapevolezza è quanto emerge anche dl secondo Rapporto Edufin in base al quale la maggior parte degli intervistati si sente poco preparata sui concetti finanziari più elementari.
Tra i vari temi che coinvolgono questo iter formativo che dovrebbe partire fin dalla più tenera età, c’è anche quello legato al mondo delle Assicurazioni, viste ancora solamente come un dazio da pagare piuttosto che come un investimento in termini di sicurezza che abbraccia l’esistenza di un individuo.
Ne abbiamo parlato con Luigi Di Capua, Chief Financial Officer di Net Insurance, compagnia assicurativa rivolta a privati e a piccole e medie imprese.
Domanda: Come ha performato Net Insurance nel corso del 2021?
Risposta: Il primo semestre 2021 si è chiuso con premi lordi contabilizzati pari a 79,1 milioni (+45% a/a). In particolare, nel comparto Danni, i premi sono risultati pari a 43,1 milioni (+34,5%), mentre in quello Vita si sono attestati a 36 milioni (+59,9%).
Questa significativa crescita dei premi si è consolidata anche durante il terzo trimestre dell’anno, con una raccolta complessiva salita a 143 milioni (+37,5%). Il tutto accompagnato da una robusta dotazione patrimoniale, con un coefficiente di solvibilità ampiamente superiore ai minimi regolamentari, in area 180%. Il dato è più che in linea con le previsioni del piano industriale, dove era stimato in area 165-175% a fine 2021 Il patrimonio netto contabile al 30 giugno 2021 sale a 85,3 milioni di euro, in aumento rispetto ai 79,7 milioni al 31 dicembre 2020.
A livello tecnico, il dato degli oneri netti relativi ai sinistri è salito a 16,3 milioni di euro nella prima metà dell’anno (9,1 milioni nel periodo di confronto), in particolare per effetto della crescita del fatturato, peraltro in linea con le proiezioni di fine anno. Il risultato tecnico netto è stato pari a 7,6 milioni, contro i 3,8 milioni del primo semestre 2020. Nel complesso, il combined ratio si è attestato al 67% al netto della riassicurazione (87% al lordo). A fine 2020 risultava pari al 70% (al lordo 89%).
Il risultato della gestione finanziaria è ammontato a 1,8 milioni (0,8 milioni nei primi sei mesi del 2020). L’utile netto normalizzato è salito a 7,6 milioni (+152,7%), a fronte degli 11,3 milioni previsti dal piano per l’intero 2021.
L’utile netto si è spinto a 7,2 milioni, rispetto ai 2,6 milioni del primo semestre 2020, beneficiando anche di un contenuto tax rate dello 0,3% per l’effetto contabile one-off derivante dall’applicazione dei principi IFRS sulla rivalutazione del marchio, oltre che un primo effetto della cosiddetta Super ACE recentemente introdotta dal Decreto Legge sostegni-Bis.
Tali risultati confermano tanto la strategia di business quanto i target fissati nel Piano Industriale al 2023. La Compagnia è ben posizionata per cogliere le opportunità che si stanno progressivamente presentando sul mercato, grazie a una crescente domanda di protezione e al maggiore ricorso alla digitalizzazione.
D: Quali sono le prospettive per il comparto Insurance per il 2022 anche grazie all’immissione di liquidità prevista dal PNRR?
R: Lo scenario di riferimento si delinea favorevole. Ci aspettiamo un impulso positivo del piano sulle piccole e medie imprese e quindi una domanda maggiore da parte di queste di prodotti assicurativi di protezione. Il piano, inoltre, prevederà investimenti sulla salute e sulla prevenzione e, in questo scenario, le compagnie giocheranno un ruolo complementare a quello statale nell’offerta di protezione e, più in generale, di servizi connessi al sistema salute. Per il futuro, l’impegno centrale del settore assicurativo sarà quello di garantire regole sempre più sicure e trasparenti nei contratti e nei rapporti con la clientela.
D: Perché una famiglia dovrebbe decidere di proteggersi tramite un’assicurazione?
R: In Italia sta prendendo sempre più piede una tendenza che merita grande attenzione: la propensione da parte delle persone a rischiare e a non investire in assicurazioni.
Un trend, oggi, è sempre più diffuso anche alla luce del progressivo invecchiamento della popolazione e dell’aumento della discontinuità lavorativa. Rispetto ai principali paesi europei l’Italia presenta un evidente gap di protezione assicurativa soprattutto nei rami Danni non auto. Le cause sono molteplici: fra tutte una limitata education legata a fattori di tipo culturale e comportamentale, una ristretta consapevolezza dei bisogni di copertura dei rischi accanto a una scarsa conoscenza dell’industry assicurativa in generale.
Per superare il problema della sottoassicurazione, è necessario far crescere una nuova cultura della prevenzione e della protezione. Questa è la sfida maggiore a cui le compagnie assicurative oggi sono chiamate a rispondere. Rispetto al passato, è fondamentale creare un circolo virtuoso dove i clienti siano in condizione di orientarsi all’interno di un mercato sempre più trasparente e competitivo. Semplificare e innovare conviene a tutti: al consumatore in primis, per fare scelte consapevoli, e ai player assicurativi che ne beneficiano in termini economici e organizzativi. In conclusione, la soluzione per proteggersi sta nell’agire e tutelarsi per tempo in modo efficiente e sicuro.
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