Ipo: le aziende di gaming puntano a Wall Street nel 2021

Pierandrea Ferrari

16 Gennaio 2021 - 11:00

Anche il 2021 sarà un anno favorevole alle Ipo: sotto i riflettori alcune delle principali aziende di gaming che stanno già scaldando i motori in vista dell’esordio sui mercati finanziari.

Ipo: le aziende di gaming puntano a Wall Street nel 2021

Un fiume di Ipo (Offerte di pubblico acquisto) è pronto a riversarsi sui mercati finanziari. A contribuire saranno senz’altro alcune delle principali aziende di gaming mondiali che - dopo aver visto il loro business toccare nuove vette grazie alle favorevoli congiunture pandemiche - intendono ora passare all’incasso quotandosi a Wall Street.

Un trend per altro già visto, dato che il 2020 ha accompagnato in Borsa un volume record di matricole, complici gli interventi di sostegno delle banche centrali in favore dell’azionario che hanno alimentato le aspirazioni di quotazione delle aziende statunitensi.

Le aziende di gaming preparano le Ipo per il 2021

Ad aprire le danze è stata oggi – venerdì 15 gennaio - Playtika, società israeliana di intrattenimento digitale, che sull’indice Nasdaq ha raccolto 1,88 miliardi di dollari con la sua Ipo: le azioni vendute sono state 69,5 milioni, per un prezzo di 27 dollari, in rialzo di oltre il 12% rispetto alla forbice fissata originariamente (22-24 dollari)

Solo un primo assaggio di quella che sarà una stagione particolarmente frenetica per le piattaforme di gaming, che nel 2021 sono attese in massa davanti ai cancelli di Wall Street. Gli occhi sono puntati soprattutto su Roblox Corporation, l’azienda statunitense che avrebbe dovuto esordire già sul finire dello scorso anno, per poi posticipare l’ingresso in Borsa di alcune settimane a causa dell’eccesso di Ipo sull’azionario USA.

Febbraio, da quanto si apprende, sarà il mese decisivo per il battesimo sui mercati, ma nelle prossime settimane diverse aziende dovrebbero raccogliere il testimone: tra queste AppLovin, che sta già preparando la documentazione da inviare alla SEC, ma anche Niantic, Scopely e Jam City hanno un indice di quotabilità che potrebbe spingerle a saltare il fosso.

Il 2020 è stato un anno da record per le Ipo

I mercati, e questo è noto, continuano senza posa nella loro marcia, nonostante le perduranti tensioni politiche negli Stati Uniti e le evoluzioni ancora incerte sul fronte pandemico. La corsa a Wall Street delle aziende di gaming è di fatto solo l’ultimo segno dell’attrattività che l’azionario a stelle e strisce riesce ancora ad esercitare sul tessuto imprenditoriale statunitense.

Nessuno vuole perdere il (ricco) treno, del resto, e questo è stato ben visibile già nel corso dell’ultimo anno, quando la raccolta delle Ipo ha toccato un nuovo record storico: a catturare l’occhio è stato soprattutto l’esordio mirabolante di Airbnb (3,7 miliardi di dollari l’incasso dell’Ipo), ma i mercati hanno premiato anche le altre matricole tech, come Zoom e DoorDash.

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