A un anno dall’abbandono da parte degli Usa, l’Iran ha fatto sapere che smetterà di implementare le misure previste dall’accordo di Vienna del 2015. Teheran ha dato 60 giorni agli altri firmatari per salvare l’intesa.
Le autorità iraniane hanno annunciato che cesseranno l’implementazione di alcune misure previste dagli accordi del 2015 sul nucleare.
La mossa di Teheran arriva a un anno esatto dalla decisione degli Stati Uniti di ritirarsi dall’accordo e alla luce della ripresa delle sanzioni da parte di Washington contro Teheran.
Iran: Rouhani, vogliamo salvare accordo
La strategia, annunciata nel corso di un discorso alla nazione dal presidente iraniano Rouhani, prevede la sospensione di alcuni impegni presi nell’ambito dell’intesa “5+1” (Usa, Cina, Russia, Francia, Gran Bretagna e Germania) e la minaccia di riprendere l’arricchimento dell’uranio nei prossimi 60 giorni.
Rouhani ha detto di voler “salvare l’accordo, non distruggerlo” e in quest’ambito, i due mesi di tempo sono finalizzati a spronare i restanti Paesi firmatari dell’accordo a “rendere operativi i loro impegni, in particolare riguardo ai settori petrolifero e bancario”.
A seguito del ritiro dall’accordo, il c.d. Piano Globale di Azione Comune (JCPOA), gli Usa ad agosto e novembre hanno imposto nuove sanzioni all’Iran.
Iran: fermare implementazione misure è un nostro diritto
“Riteniamo opportuno stoppare l’applicazione di alcuni degli impegni”, ha detto il Ministro degli Esteri, Mohammad Javad Zarif.
“La decisione di smettere di agire su alcuni degli impegni della Repubblica islamica nell’intesa sul nucleare è stata comunicata ai capi di Stato dei Paesi facenti parte dell’accordo”. La strategia portata avanti dall’Iran rappresenta, ha detto Zarif, un “diritto” previsto dall’accordo in caso di violazione da parte degli altri partecipanti.
Iran: Washington schiera flotta da guerra
Washington non si è fatta pregare ed ha schierato la flotta da guerra guidata dalla portaerei Abraham Lincoln e una task force di bombardieri.
“Sollecitiamo il regime iraniano a mettere fine ad ogni provocazione”, ha deto il n.1 del Pentagono, Patrick Shanahan. Quello statunitense rappresenta «un prudente riposizionamento dei nostri asset in risposta alle indicazioni di una credibile minaccia da parte delle forze del regime iraniano».
Petrolio: Brent sotto quota 70 dollari
Fiaccato dalle tensioni commerciali, anche oggi il Brent fa segnare una performance negativa: dopo il -1,91% di ieri, al momento il future con consegna luglio passa di mano a 69,67 dollari il barile, -0,3% rispetto al dato precedente.
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