L’Italia rischia di finire in recessione: l’allarme dell’UNC scattato dopo i dati sull’industria rilevati nella mattinata odierna
L’Italia in recessione? Un’ipotesi verosimile secondo l’UNC, che ha guardato con timore agli ultimi dati sull’industria nostrana.
Nella mattinata di oggi, venerdì 14 giugno, l’Istat ha alzato il velo sull’andamento del settore nel mese di aprile.
I dati hanno deluso tutte le attese del mercato e hanno altresì fatto storcere il naso all’Unione Nazionale dei Consumatori che rispolverando lo spettro della recessione non ha mancato di ricordare l’esito delle ultime rilevazioni inerenti la produzione industriale.
Le previsioni degli analisti hanno rappresentato l’ennesima tegola caduta sul Belpaese.
Italia in recessione? Le previsioni dell’UNC
Lo scorso 10 giugno l’Istat ha confermato il peggioramento della produzione industriale alzando il velo su un aprile a dir poco nero, nel quale l’output è sceso dello 0,7% su base mensile e dell’1,5% su base annua.
Poi sono arrivati i dati sul fatturato e sugli ordinativi, che hanno nuovamente rivisto al ribasso tutte le previsioni del mercato.
Un mix non particolarmente gradito da Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, che non ha utilizzato giri di parole nel commentare l’attuale stato di cose in Italia.
“Dati pessimi. Ora rischio recessione. Dopo il calo di aprile della produzione, è la volta di fatturato e ordini. Un secondo trimestre con un inizio da dimenticare al più presto, altrimenti di questo passo torniamo in recessione. Sale anche la probabilità di una manovra correttiva”.
Le sue considerazioni, riportate in mattinata da Milano Finanza, si sono spinte molto più indietro nel tempo. Il presidente dell’UNC ha effettuato un paragone tra il contesto attuale e quello precedente alla crisi finanziaria globale:
“Rispetto ai valori pre-crisi, il quadro è ancora più sconfortante. Se confrontiamo i picchi pre-crisi, rispetto ad aprile 2008 il fatturato totale è diminuito dell’8,3%, quello interno è crollato addirittura del 17,3%. Gli ordinativi totali sono calati rispetto a 11 anni fa del 13,9%, quelli interni sono franati del 25,8%, ossia di un quarto.”
Quello attuale non si sta rivelando un periodo facile per il Belpaese, ora persino alle prese con la procedura d’infrazione per debito eccessivo. La scorsa notte anche l’Eurogruppo ha scelto di appoggiare la decisione della Commissione UE rendendo lo spettro delle sanzioni più vicino.
Il rischio recessione sarà per l’Italia soltanto la ciliegina sulla torta, l’ennesimo problema da dover affrontare nel corso del 2019.
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