Ieri hanno destato scalpore le dichiarazioni del Ministro dell’Economia che, erroneamente attribuite a una monetizzazione del debito, erano invece riferite alla dinamica degli investimenti.
«È anche venuto il momento di affrontare il taboo della monetizzazione e recuperare a pieno gli strumenti di politica macroeconomica per assicurare un coordinamento non risolto, certamente in Europa, tra politica monetaria e di bilancio».
Questa la dichiarazione, riferita erroneamente al debito, ieri è stata pronunciata dal Ministro dell’Economia Giovanni Tria nel corso di un intervento in occasione del Forum sulla sostenibilità organizzato dalla Luiss a Villa Blanc.
Tria: politica monetaria non determina crescita da sola
La frase, come emerge dalla lettura del testo della Lecture, non faceva riferimento al debito italiano. Il Ministro non ha parlato della monetizzazione del debito, ma ha fatto un discorso generale, legato alla sola spesa per investimenti.
Nell’ambito del suo intervento, il Ministro ha rimarcato come “l’enorme massa di liquidità immessa con la politica del Quantitative easing è stata fondamentale per salvare l’euro ma non ha ancora portato il tasso d’inflazione ai livelli obiettivo e se una parte di questa creazione di moneta fosse stata legata al finanziamento diretto a programmi europei di investimento […] avremmo forse avuto un effetto sulla convergenza interna e sulla competitività esterna significativa”.
In altri termini, “la politica monetaria non determina una strategia di crescita da sola, tantomeno una crescita sostenibile, ma ne può solo facilitare l’adozione”.
Tria: su Fiscal compact necessaria analisi risultati
“L’invito a perseguire una riduzione del rapporto debito/pil come strategia di crescita non è defunta con l’austerità, e non lo è istituzionalmente, perché è la dottrina sulla quale è stato disegnato il Fiscal compact”.
Sul Patto di bilancio europeo, “sarebbe necessaria un’analisi seria dei risultati, come del resto previsto dalla regola stessa prima di proporre una sua definitiva istituzionalizzazione”.
Tria: ripresa in Europa ridurrà debito/pil
Il nostro, ha detto il ministro uno dei pochi Paesi europei “a non avere le condizioni macroeconomiche secondo le quali il ricorso al deficit, cioè all’indebitamento, non contrasterebbe di per sé con l’obiettivo di riduzione del rapporto debito/pil (relazione attuale tra tasso di interesse medio sul debito e tasso di crescita non è virtuoso e ciò richiede un alto surplus primario)”.
Se vi sarà una ripresa forte in Europa e nel mondo, “noi saremo trascinati in alto e quindi possiamo ripristinare le condizioni per una diminuzione del rapporto debito/pil, e noi prevediamo che ciò possa accadere”.
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