I risultati del sondaggio di Money.it sull’invio di armi pesanti all’Ucraina: per il 76% dei rispondenti quella presa da Mario Draghi e dal ministro Lorenzo Guerini sarebbe una scelta sbagliata.
La scelta fatta dall’Italia di inviare armi pesanti all’Ucraina è sbagliata. Questo è il responso del sondaggio di Money.it dopo che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il terzo decreto riguardante gli aiuti, anche militari che dal nostro Paese sono pronti a prendere la direzione di Kiev, la lista degli armamenti è rigorosamente top secret.
Come si può vedere dal responso del sondaggio, che ricordiamo non ha un valore scientifico ma soltanto indicativo non essendo realizzato a campione, il 76% dei rispondenti si è detto contrario all’invio di armi pesanti all’Ucraina.
Un plebiscito che in qualche modo si scontra con la decisione presa dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, che ha sempre difeso la scelta fatta da parte dell’Italia di tenere fede agli impegni presi dal nostro ministro della Difesa Lorenzo Guerini nel corso dell’ultimo vertice Nato nella base tedesca di Ramstein.
In particolare la Nato avrebbe chiesto ai Paesi membri un “salto di qualità” nella fornitura di armi all’Ucraina, il tutto per permettere a Kiev di difendersi al meglio dall’invasione russa visto che lo scenario sembrerebbe essere quello di una guerra lunga e dispendiosa.
Anche se l’elenco delle armi presenti nel terzo decreto è stato secretato come nei due decreti precedenti, tutte le indiscrezioni giornalistiche parlano di obici, cannoni e blindati che presto saranno inviati dal nostro Paese all’Ucraina.
Il sondaggio: lettori contro l’invio di armi pesanti all’Ucraina
L’esito del sondaggio sembrerebbe lasciare poco spazio ai dubbi: per tre rispondenti su quattro l’Italia starebbe commettendo un errore nell’inviare armi pesanti a Kiev per sostenere l’esercito ucraino in questa guerra.
“È autorizzata la cessione alle autorità governative dell’Ucraina dei mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari di cui al documento classificato elaborato dallo Stato maggiore della difesa - si legge nel terzo decreto - I mezzi, i materiali e gli equipaggiamenti sono ceduti a titolo non oneroso per la parte ricevente. Lo Stato maggiore della difesa è autorizzato ad adottare le procedure più rapide per assicurare la tempestiva consegna dei mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari”.
Come detto la lista delle armi inserite nel terzo decreto è top secret, con il presidente del Copasir Adolfo Urso che ha difeso questa scelta: “Io penso che sia opportuno mantenere la segretezza, cosa che hanno fatto anche in altri Paesi, per una questione di sicurezza nazionale”.
Parole queste di Adolfo Urso pronunciate al termine dell’audizione davanti al Copasir del ministro Lorenzo Guerini, mentre giovedì sarà la volta di Mario Draghi che si recherà in Parlamento per una informativa.
Bisogna ricordare che questo decreto è stato firmato dai ministri della Difesa, dell’Economia e degli Esteri, senza che ci sia stata la necessità di un voto in Aula. Un confronto parlamentare sul tema della guerra è stato a lungo richiesto da Giuseppe Conte, con anche Matteo Salvini che si è detto contrario all’invio di armi pesanti all’Ucraina.
Guardando anche i sondaggi realizzati dagli istituti di ricerca sul tema, la posizione di Giuseppe Conte e Matteo Salvini sembrerebbe essere condivisa dalla maggioranza degli italiani, ma il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova ha fatto intendere quella che sarebbe la volontà di Palazzo Chigi: “All’inizio dell’invasione Draghi ha detto chiaramente che l’Italia non volterà le spalle; che dopo due mesi e mezzo si possa cambiare è sbagliato dal punto di vista politico perché restituirebbe un’immagine inaffidabile del nostro Paese, ed è sbagliato dal punto di vista strategico, perché noi volevamo che l’Ucraina resistesse e l’Ucraina sta resistendo anche grazie all’invio di strumenti di difesa da parte di Ue e Nato”.
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