Jeff Bezos proprio non ci sta e, dopo la chiusura dell’indagine del GAO durata ben tre mesi, fa causa alla NASA. Quali sono i motivi e che cosa si rischia con il processo?
Il programma Artemis, che prevede il ritorno dell’uomo sulla Luna e lo sbarco della prima donna, rischia di dover rimandare la data programmata per l’evento a oltre il 2024.
I motivi sono molteplici: un ritardo sulla realizzazione delle nuove tute spaziali per esempio, ma più di tutto preoccupa la decisione di Jeff Bezos di far causa alla NASA e la durata delle indagini e del processo che avrà inizio solo a ottobre.
Venerdì scorso i legali di Bezoz e della sua società Blue Origin hanno presentato il reclamo presso la Corte dei reclami federali come “tentativo di porre rimedio agli errori commessi durante il processo di selezione dei progetti per i nuovi moduli lunari della Nasa”.
Bezos contro NASA e SpaceX
La NASA ad aprile scorso aveva assegnato all’azienda aerospaziale di Elon Musk, SpaceX, il contratto di 2,9 miliardi di dollari per la costruzione dei moduli lunari destinati alla missione Artemis III. Fu, potremmo dire, obbligata a cercare ulteriori sostegni esterni perché il Senato approvò solo una parte dei finanziamenti richiesti dalla NASA per completare i lavori iniziati nel 2017.
Jeff Bezos aveva fin da subito protestato, soprattutto per via dell’ingiusto, a detta sua, trattamento riservato all’azienda competitrice di Elon Musk. Infatti la NASA aveva permesso alla SpaceX di modificare, dopo la conclusione del concorso, parte delle proprie strutture e di risultare così vincitrice dell’appalto.
La protesta del miliardario fondatore di Amazon non era stata però accolta dall’Government Accountability Office (GAO), che si era invece schierato a favore della NASA e della decisione presa in merito a SpaceX dopo ben 95 giorni di indagine.
Missione Artemis III: gli obiettivi da rimandare (forse)
Il programma Artemis ha l’obiettivo di far insediare per la prima volta l’umanità su un corpo celeste: la Luna. Non solo riportare l’uomo sul terreno lunare, ma anche costruire una base fissa nella quale fare esperimenti per un futuro di colonizzazione spaziale e l’esplorazione di Marte.
Partito nel 2017 il programma è, nell’ultimo periodo, a rischio ritardi per diversi motivi, tra i quali ora risulta anche il ricorso presentato dai legali di Blue Origin. Il procedimento legale rimarrà fermo fino a ottobre, mese ultimo entro il quale la NASA dovrà rispondere delle accuse.
Si accumulano i ritardi per la missione sulla Luna prevista per il 2024. Già ad aprile le indagini del GAO avevano ritardato l’inizi dei lavori per SpaceX e ora la causa rischia di far slittare tutta la missione di ulteriori anni, si pensa fino al 2028.
Jeff Bezoz però non ha dubbi e anzi ricorda che lui stesso aveva proposto di finanziare con 2 miliardi di dollari i costi della NASA se questa avesse affidato alla sua azienda aerospaziale, Blue Origin, il contratto dei moduli lunari. Secondo Bezos lasciare la costruzione di questi a SpaceX è troppo rischioso.
Intanto la NASA lascia tutti con il fiato sospeso e sulla vicenda non si pronuncia se non con questo messaggio (tratto da intervista a Reuters):
I nostri funzionari stanno attualmente esaminando tutti i dettagli del caso. Non appena possibile, forniremo un aggiornamento dettagliato rispetto a quale sarà la nostra decisione sulla strada migliore da seguire, per tornare sulla luna nel modo più rapido e sicuro possibile.
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