Il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha espresso due pareri fortemente critici e vedremo quale incidenza avrà a presidio della tutela dell’interesse dei cittadini.
Due pareri del massimo organo tecnico dello Stato - il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici - rilevano gravissime inadempienze di progetti come la Brescia/Verona e Pd dal costo di almeno 8,5 mld di euro all’interno di pareri espressi a dicembre 2016 e marzo 2017. Nessuna conosciuta reazione dell’organo denominato Struttura Tecnica di Missione del Ministero delle Infrastrutture preposto a svolgere funzioni di revisione della progettazione, monitoraggio, valutazione e alta sorveglianza.
Il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici è un organismo tecnico istituito praticamente con l’unità d’Italia (RD 795 del 1848). E’ il massimo organo tecnico consultivo dello Stato dotato di autonomia funzionale, organizzativa, di giudizio e valutazione. Il Consiglio esprime pareri obbligatori su progetti definitivi e di competenza statale su quelli finanziati per metà dallo Stato e per quelli di importo superiore a 50 milioni di euro.
Il Consiglio composto da dirigenti di vari ministeri, consiglieri di Stato, della Corte dei Conti, della avvocatura dello Stato, rappresentanti degli ordini professionali e infine 18 docenti universitari di settore.
Per il nuovo codice del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici è previsto il “silenzio assenso” per il parere in ossequio alla fallace cultura del “fare presto” al fine di mascherare i problemi veri, che impediscono la realizzazione dei progetti che sono la mancanza di risorse pubbliche utilizzate per adempiere i vincoli UE e pagare gli interessi su un debito pubblico cresciuto da inizio crisi di 700 mld di euro. Modifiche del Codice di cui parleremo e che riguardano la “Cabina di regia” che è l’organismo di cooperazione con la Commissione europea, la cancellazione della “raccomandazione vincolante” dell’ANAC e altre amenità care alle lobby trasversali degli “appalti di relazione”.
Il Consiglio Superiore dei Lavori pubblici nel dicembre dello scorso anno e a marzo scorso si è pronunciato sui progetti di alta velocità Brescia/Verona e Verona/Bivio Vicenza. Sul progetto Bs/Vr pesanti sono i rilievi di CSLP che vanno dalla mancata applicazione di norme tecniche (DM 14/01/2008) e ciò per quanto “attiene tutti gli aspetti progettuali, sia ad esempio, quelli riferiti all’azione sismica, sia quelli concernenti la compatibilità idraulica dei ponti”.
Addirittura l’inadempienza suddetta riguarda anche quanto disposto dal CIPE:
“Il progetto dovrà essere conforme a quanto prescritto nelle norme tecniche di cui all’ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 20 marzo 2003, n. 3274,che definisce la nuova classificazione sismica del territorio nazionale”.
Rilevante ancor più quanto scrive ancora il CSLP in merito al progetto definitivo:
“Carattere di illogicità e di non opportunità che porta a prendere a riferimento ancora nella fase di progetto definitivo un impianto di normativa tecnica superato da oltre un decennio, senza tener conto in forma compiuta degli aggiornamenti della sismicità di base, rivalutata con conseguente accresciuta gravità delle sollecitazioni in presenza di sisma, nonché di aggiornate indicazioni in termini di progettazione sia in presenza dell’azione sismica, sia in riferimento alla compatibilità idraulica delle opere (..) Il progetto definitivo in esame deve essere pertanto essere rivisto, modificato e integrato/adeguato nel rispetto delle aggiornate e vigenti nuove norme tecniche per le costruzioni”.
Ulteriori dettagliati rilievi sono elencati dal CSLP. Problemi altrettanto seri risultano evidenziati dal CSLP per il progetto AV Vr/Vi. In un territorio che ha conosciuto recentemente alluvioni gravi (territorio vicentino ed est veronese) e inquinamento diffuso da sostanze perfluoroalchiliche si evidenzia che:
“L’analisi idraulica dell’interazione dell’opera in progetto con il territorio e la rete idrografica, al di là del volume di pagine prodotto, appare in molti casi ancora incompleta e non sempre adeguatamente dettagliata. Si ritiene pertanto che gli aspetti idraulici vadano rivisti ed integrati prima di qualsiasi successiva fase progettuale e procedimentale”.
Incredibile poi appare il rilievo relativo alle prescrizioni dell’Autorità di “Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione congiuntamente con l’Autorità di Bacino dell’Adige”. Prescrizioni alla cui attuazione viene subordinato il parere positivo della Regione Veneto. A tal proposito il CSLP rileva che “tutte le osservazioni/prescrizioni, riportate nel BUR 102 del 25 ottobre 2016 di cui sopra, non siano state recepite nella documentazione di progetto in esame. Nel corso dei successivi sviluppi dovrà essere prevista l’acquisizione del parere delle Autorità di Bacino responsabili dei territori interessati dalla tratta AV/AC, in termini di verifica di ottemperanza a quanto da queste richiesto”.
Abbiamo denunciato tre anni fa su questo giornale l’esosità del costo unitario medio-Km pari a circa 90 mln di euro e oggi constatiamo che il costo è stato ridotto del 40% (costo comprensivo di imprevisti, compensazioni ambientali e costi di struttura di RFI e servizi Italferr - questi ultimi ammontano a circa il 6%!).
Il parere finale del CSLP si conclude in tal modo:
“Il progetto definitivo relativo alla Linea Ferroviaria AV/AC Verona Padova. 1° Lotto Funzionale Verona – Bivio Vicenza, allo stato degli atti, debba essere rivisto, integrato e adeguato nel pertinente livello progettuale previsto dalla normativa vigente, sulla base delle prescrizioni, osservazioni e raccomandazioni”.
Evidenziamo e denunciamo la totale afasia al grande problema dell’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche. I rilievi espressi dal CSLP dovrebbero indurre la struttura tecnica di missione a svolgere finalmente quel ruolo che il codice degli appalti gli attribuisce come “valutazione, revisione della progettazione, alta sorveglianza”. Tutela della sicurezza di territori e comunità, della efficienza della spesa pubblica oltre che utilità sociale verificata dovrebbero essere i fari di un nuovo modo di fare politica e amministrazione.
Vedremo se il parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici sarà rispettato oppure si continuerà a tenere in piedi con i soldi pubblici un Consiglio, che ha 150 anni, che è stato riconfermato allargandone le funzioni nel nuovo codice appalti a vantaggio di una burocrazia ministeriale impermeabile a qualsiasi interesse pubblico.
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