L’odio ai tempi dei social network: eccone uno dove gli haters sono bannati

Sara Catalini

31 Agosto 2016 - 16:08

Esiste un social network progettato per escludere gli haters. Vediamo qual è e come si usa.

L’odio ai tempi dei social network: eccone uno dove gli haters sono bannati

L’odio ai tempi dei social network è diventata una questione seria e virale. Difficile contrastare l’enorme quantità di trolls fakes, haters e altri personaggi della rete dal nome anglofono che avvelenano le home di Facebook e Twitter.

“I social media danno dato diritto di parola a legioni di imbecilli” come sosteneva Umberto Eco, ma non solo. Sul web proliferano anche odiatori di professione che si dilettano in insulti, accuse e offese della peggior specie nei confronti di altri utenti che esprimono opinioni più o meno condivisibili.

A nulla vale l’eroico soccorso di Enrico Mentana che con il suo webete tenta di ristabilire l’ordine in questo mondo virtuale corrotto; sembra impossibile fermare bufalari e cattivoni, sempre pronti a smentire teorie scientifiche, inneggiare al complottismo più becero e a bullizzare altri loro simili, altre vittime o carnefici 2.0.

Esiste un social network che però fa al caso di tutti i pacifisti e diplomatici da tastiera: Candid.

Già dal nome si evince che i suoi intenti sono puri, pleonasticamente candidi. L’idea nasce dal progetto di due ex Googlers che hanno lanciato il social il mese scorso ritenendo che si sarebbe a breve trasformato in una felice terra di mezzo e in una tregua da tutti i giudizi piccati per cui l’internet è ormai noto.

Come funziona Candid? I membri di Candid sono liberi di pubblicare i loro pensieri più intimi in forma anonima, e grazie ad uno speciale algoritmo il social elimina i commenti negativi e i troll.

Meno di quattro settimane dopo il lancio, tuttavia, i due co-fondatori Bindu Reddy e Arvind Sundararajan hanno imparato la dura lezione che è difficile codificare uno spazio sociale amichevole e pacifico, e sono stati invasi da migliaia di messaggi razzisti e sessisti. Ecco la storia.

Candid: il social network nemico dell’odio e dell’autocensura

Un’utente donna di Candid posta una sua foto con il volto oscurato dove sembra visibilmente scottata dal sole dopo una giornata al mare «Vado a fuoco ragazzi!».

Il post immagine di RichDragonfly (il suo username ndr) non era provocatorio e nemmeno sconcio, ma a breve i primi commenti poco eleganti hanno fatto capolino. Inutile elencare le decine di utenti che hanno chiesto esplicitamente un nudo integrale o immagini più piccanti.

Questo tipo di contenuto è luogo comune sull’interweb, infatti il comportamento è ampiamente documentato negli altri social, ma la sua presenza su Candid è sconcertante.

Questo post è stato collocato all’interno del gruppo «Teen Selfie» - che è aperto a tutti e finora conta 162 post e 839 membri, tutti anonimi.

Questa è la nota distintiva e dolente del nuovo social, che in un primo momento aveva stupito per la minuziosa progettazione dei suoi particolari.

Design attraente e riuscito, ad ogni nuovo utente vegono presentati diversi biglietti da visita virtuali di vari colori, uno per ogni interesse o hobby.

Ai neo-iscritti di Candid viene poi chiesto di scegliere tra i biglietti da visita che corrispondono ai loro interessi - con i dati prelevati dal feed di Facebook, come l’occupazione e gli hobby.

Dopo aver selezionato ciò che li rappresenta meglio, gli utenti possono scorrere verso il basso nella home dove sarà possibile visualizzare i messaggi di ogni gruppo scelto, scrivendo commenti o aggiungendo mi piace o non mi piace (c’è anche un’icona con il cuore spezzato) al contenuto.

È anche possibile creare i propri gruppi, ma a parte il nome e l’immagine non si ha alcun controllo individuale su questi.

L’applicazione è completamente anonima e agli utenti vengono assegnati casualmente nomi diversi per ogni post che pubblicano.

Ma perché è necessario?

Candid parte dalla premessa che ogni utente è anonimo, ma ha di fatto bisogno di un account Facebook per ottenere l’accesso al social. Questo è un modo per responsabilizzare gli utenti e per dare loro suggerimenti sui gruppi in base al loro mi piace su Facebook.

In secondo luogo, anche se le persone possono pubblicare ciò che vogliono, uno speciale algoritmo provvederà a cancellare messaggi di odio e troll.

Non è possibile monitorare tutti, l’anonimato in ogni caso rende abbastanza volatile il commento di cattivo gusto e se proprio bisogna essere fiscali, con Facebook come garanzia non si può del tutto parlare di anonimato.

Il nuovo social ha come scopo benefico quello di aggirare l’auto-censura che spesso si auto produce su network tradizionali come Facebook e Twitter, dove la maggioranza delle persone con un profilo contenente i loro veri dati non rischiano di esprimere idee impopolari pubblicamente.

Il che significa che nessuna discussione su controllo delle armi, aborto o politica secondo gli sviluppatori, potrà essere sincera, in quanto viziata dalla paura di essere giudicati e riconosciuti, cosa che invece è garantita su Candid.

Libertà totale d’espressione e vigliaccheria da leone da tastiera forse viaggiano insieme sul filo del rasoio in questo caso e il confine tra le due appare estremamente labile.

Il difficile è placare l’odio e le polemiche. Nonostante gli incidenti iniziali e ancora in corso, tutti gli utenti che istigano alla violenza o offendono altri in rete vengono bannati e a lungo andare verranno scoraggiati sempre di più dall’avere comportamenti aggressivi online.

L’odio non è stato però un traino solo negativo per Candid, ha consentito di esplorare molti argomenti. Il sesso ad esempio non è un topic vietato, ma nei primi giorni le conversazioni sul tema erano ipercontrollate perchè raggiungevano livelli molesti in breve tempo.

Ancora molto c’è da fare per migliorarla, ma sicuramente Candid potrebbe segnare l’ennesima svolta delle piattaforme digitali: saprà guadagnarsi un suo posto o la saturazione del mercato la farà rimbalzare fuori ai giochi?

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