Lavoratore in malattia: cosa può fare e attività vietate

Simone Micocci

25 Marzo 2022 - 18:05

Cosa può fare il lavoratore durante lo stato di malattia? Anche fuori dall’orario delle visite fiscali ci sono delle attività vietate: è bene prestare attenzione per non rischiare il licenziamento.

Lavoratore in malattia: cosa può fare e attività vietate

Per rispondere alla domanda su cosa può fare il dipendente in malattia bisogna far riferimento alla giurisprudenza che in diverse occasioni ha affrontato questo argomento. Spesso, infatti, si crede che l’unico obbligo sia quello di essere reperibile negli orari delle visite fiscali, per poi essere libero di fare quel che si vuole nel resto della giornata.

Non è così, in quanto il lavoratore dipendente può essere oggetto a sanzione anche in orari differenti da quelli di reperibilità alle visite fiscali. Bisogna prestare attenzione evitando di commettere degli errori che potrebbero pregiudicare la prosecuzione del rapporto di lavoro e portare al licenziamento.

Per non sbagliare bisogna essere informati su cosa si può fare nel periodo in cui si percepisce l’indennità di malattia, come pure su quali attività sono invece vietate.

Cosa deve fare il dipendente in malattia

Con gli anni si è affermato il principio per cui è dovere del dipendente guarire il prima possibile dallo stato di malattia. Ovviamente non significa che il lavoratore deve imbottirsi di medicinali, ma solamente che questo non deve fare nulla che possa aggravare la propria condizione.

Dunque, in malattia si possono fare tutte quelle attività che non risultano in contrasto con lo stato di salute. Non esiste, dunque, un elenco di cosa è vietato fare, visto che tutto dipende dalla condizione del lavoratore e dalla patologia da cui è affetto.

Ad esempio, un dipendente che lamenta un forte mal di schiena non potrà effettuare sforzi che potrebbero comportare un aggravamento, ma potrà comunque fare una passeggiata in spiaggia, ma senza esagerare. Diversamente, un lavoratore che resta a casa a causa di una febbre alta, non dovrebbe uscire di casa rischiando di peggiorare la situazione.

Cosa può e non può fare il lavoratore in malattia

Visto quanto detto sopra, dunque, si può fare tutto ciò che non va a contrastare con il proprio stato di salute. Si può uscire di casa - ma non negli orari in cui può passare la visita fiscale - ma solo quando ciò non pregiudica la guarigione.

Ci sono pochi limiti per il lavoratore assente per depressione: in questo caso restare in casa può essere lesivo per il proprio stato di salute, e dunque è possibile uscire all’aria aperta per recarsi in qualsiasi posto possa dare sollievo. Un principio ribadito dalla Corte di Cassazione con la sentenza 18507/2016, con la quale è stato dichiarato illegittimo il licenziamento di un lavoratore assente per depressione sorpreso dal proprio datore di lavoro mentre era in spiaggia.

È importante approfondire il caso del secondo lavoro. Lo stato di malattia, infatti, potrebbe precludere lo svolgimento di una sola delle attività, permettendo di continuare con l’altra. Durante la malattia, quindi, il dipendente può anche lavorare, a condizione che lo svolgimento del secondo lavoro non pregiudichi il rapido decorso della malattia allungandone i tempi di guarigione.

Prendiamo come esempio una persona che svolge due lavori part-time: uno come carpentiere e il secondo come guardiano notturno. Questo lamenta un forte mal di schiena che ovviamente gli impedisce di fare sforzi e di lavorare in cantiere: allo stesso tempo, però, ciò potrebbe non precludere lo svolgimento del secondo lavoro, in quanto per la maggior parte del tempo questo rimane seduto.

Ogni situazione quindi va valutata nel dettaglio così da capire cosa si può, e non si può, fare nel periodo in cui si è assenti dal lavoro per malattia.

Cosa rischia il lavoratore che pregiudica la guarigione di una malattia

Qualsiasi comportamento che potrebbe pregiudicare la guarigione dalla malattia può essere oggetto di sanzione disciplinare, con il datore di lavoro che può anche decidere per il licenziamento per giusta causa per le violazioni più gravi.

Si pensi al dipendente assente dal lavoro per lombosciatalgia da oltre un mese che viene scoperto dal datore di lavoro mentre sta facendo un trasloco, oppure a chi lamenta un forte stato influenzale ma nel contempo viene visto mentre fa running.

Anche quando le attività che possono pregiudicare la guarigione vengono effettuate oltre gli orari di reperibilità queste possono essere sanzionate. Ed è anche lecito - come spiegato dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 21621/2010 - per il datore di lavoro assumere un investigatore privato per controllare come il dipendente si comporta nell’arco della giornata.

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