Come ha fatto il Lazio ad accelerare la campagna vaccinale?
Roma - e per estensione la Regione Lazio - è spesso additata come una città caotica e inefficiente nei servizi ai cittadini. Ma non è stato così per la campagna vaccinale anti-Covid. Non solo, infatti, il Lazio è la prima Regione italiana per numero di somministrazioni e per maggiore percentuale di Over 80 vaccinati, ma ha anche “numeri da Israele”, primo Paese al mondo per percentuale di popolazione vaccinata.
Proprio dal Paese mediorientale, come dal Regno Unito, è stato preso il modello per l’avanzamento della campagna vaccinale del Lazio: quello che prevede il criterio per età della cittadinanza. Un modello che ha anticipato il piano vaccinale del Generale Figliuolo.
Tanto successo non arriva senza controversie. Il Partito Democratico al governo, infatti, è stato accusato di sfruttare i buoni risultati come propaganda per le prossime elezioni regionali.
Lazio, quasi tutti gli Over 80 sono stati vaccinati
Adesso, riporta Politico, nel Lazio il 98% degli ultra-ottantenni hanno ricevuto almeno una dose e il 70% le hanno ricevute entrambe. La media italiana è dell’80% per la prima e del 50% per la seconda. L’incidenza dei nuovi casi nella popolazione più anziana del Lazio è scesa così del 40% dal 9 febbraio al 9 aprile.
A partire dalla prossima settimana, la Regione comincerà a vaccinare i 50enni, insieme a Lombardia e Liguria (che però hanno vaccinato una percentuale minore di Over 80).
Lazio, 50mila persone cambiano residenza per farsi vaccinare prima
La rapidità laziale non è passata inosservata: 50.000 persone hanno cambiato residenza per farsi vaccinare prima. “La notizia dei 50mila ‘frontalieri’ del vaccino è un riconoscimento per la qualità del nostro lavoro, mentre in altre parti hanno faticato anche ad aprire le prenotazioni”, commenta D’Amato, che però avverte: “Le dosi sono poche e vengono distribuite in base alla popolazione di un singolo territorio”.
“Non abbiamo inventato nulla di nuovo”, minimizza l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato. “La metodologia per classi d’età è quella più rapida ed è quella che molti Paesi, a partire da Israele, hanno utilizzato per la loro campagna vaccinale”, afferma l’assessore in un’intervista a Quotidiano Nazionale parlando del primo Paese al mondo per rapidità della campagna vaccinale.
Il segreto del successo della campagna vaccinale del Lazio
In sostanza, il Lazio ha copiato la logistica dei Paesi che sono stati più efficaci nella somministrazione dei vaccini: Israele, Regno Unito e Stati Uniti d’America. L’assessore ha detto di aver partecipato a incontri virtuali sin da gennaio con la task force per i vaccini israeliana.
Un’altra strategia israeliana che è stata copiata da Nicola Zingaretti è stata quella dell’apertura di hub vaccinali. Questa settimana sono partite le prenotazioni di vaccino in cinque hub, alcuni dei quali in modalità drive-in: Cinecittà (via Lamaro 12, Pfizer), Porta di Roma (Pfizer), via Quirino Majorana (Pfizer), Policlinico Tor Vergata (J&J), outlet di Valmontone (J&J). “Con questi nuovi hub saliamo a 40mila somministrazioni al giorno”, ha aggiunto D’Amato.
Parte integrante della campagna vaccinale è stata la lotta agli sprechi di dosi, con un sistema che rievoca la panchina sportiva: coloro che aspettano il vaccino nei prossimi giorni vengono chiamati in anticipo nel caso ci siano dosi in più.
Il coinvolgimento di 1.000 farmacie dovrebbe incrementare la capacità di 600.000 vaccinazioni al mese, da una media attuale di 30.000 vaccinazioni quotidiane.
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