Può la Lega Nord vincere le elezioni? Salvini è il favorito ma sarà ministro e non premier

Alessandro Cipolla

11 Agosto 2017 - 12:10

Sempre più in crescita, la Lega Nord punta a vincere le prossime elezioni politiche: ecco perché Salvini può andare al governo ma difficilmente essere premier.

Può la Lega Nord vincere le elezioni? Salvini è il favorito ma sarà ministro e non premier

Può la Lega Nord ambire a governare il paese? Dopo la grande crescita fatta registrare nei sondaggi politici in questi otto mesi del 2017, il carroccio si candida di diritto a essere uno dei protagonisti delle prossime elezioni politiche.

In primavera, quando salvo colpi di scena gli italiani saranno chiamati a tornare alle urne, il paese si troverà di fronte a una sorta di bivio: riusciranno i partiti tradizionali a respingere l’assalto della Lega Nord e del Movimento 5 Stelle?

In tutto questo Matteo Salvini è una figura chiave. Diventato segretario di una Lega Nord all’epoca alle prese con lo scandalo Belsito, il “capitano” come lo chiamano i suoi seguaci è riuscito a far risorgere il partito.

Anche se è una delle personalità più in ascesa del panorama politico italiano, per Matteo Salvini però difficilmente si potranno mai aprire le porte della Presidenza del Consiglio. Questo è dovuto in parte alla legge elettorale e in parte ai soliti giochi di palazzo che derivano proprio dall’attuale sistema di voto.

La crescita della Lega Nord

Sono in pratica quasi cinque anni che la Lega Nord chiede di tornare al voto. Dopo che alle elezioni del 2013 di fatti non uscì fuori nessun vincitore, ad ogni crisi politica il carroccio ha sempre spinto per un voto anticipato.

Una convinzione questa dettata anche dalla costante crescita fatta registrare dal partito nei vari sondaggi. Basti pensare che nel 2013 la Lega Nord ottenne poco più del 4%, mentre adesso veleggia attorno al 14%.

Ancora più interessante è la statistica che avrebbe visto il partito di Matteo Salvini guadagnare il 3% nel solo 2017. Se contiamo che la Lega nel 2013 ottenne 1,4 milioni di voti, possiamo dedurre che ogni 1% ottenuto rappresenti circa 350.000 preferenze.

Stando a questo calcolo, negli ultimi mesi il carroccio avrebbe guadagnato più di un milione di voti mentre, sempre ipotizzando una Lega Nord ora al 14%, le preferenze totali sarebbero quasi 5 milioni.

In meno di cinque anni quindi Matteo Salvini avrebbe fatto guadagnare al suo partito circa 3,5 milioni di voti. Un risultato questo eccezionale se si pensa che l’Italia sta vivendo un periodo di grande disaffezionamento politico.

La Lega può vincere le elezioni?

L’esito delle prossime elezioni politiche dipenderà molto dal tipo di legge elettorale con cui gli italiani andranno al voto. Attualmente c’è un doppio sistema in vigore: il Legalicum alla Camera e il Consultellum al Senato.

Se non verrà approvata una nuova legge elettorale, cosa molto difficile, con ogni probabilità si andrà a optare per una applicazione anche al Senato del Legalicum, che poi alla fine non è altro che l’Italicum voluto da Renzi senza il ballottaggio.

Questa è una legge elettorale proporzionale, con listini bloccati, che prevede un premio di maggioranza alla lista che riesce a raggiungere il 40%. Non sono previste coalizioni e la soglia di sbarramento è al 3%.

Allo stato delle cose la Lega Nord può scegliere due strade da intraprendere. La prima è quella di fare un listone unico con Forza Italia, Fratelli d’Italia e altri partiti e movimenti di centrodestra, Alternativa Popolare di Angelino Alfano esclusa.

Un listone del genere al momento sarebbe ben oltre il 30%, ma servirebbe una grande campagna elettorale per riuscire ad arrivare al 40%. L’impresa comunque, visto il grande appeal di Salvini sui social e la potenza mediatica di Berlusconi, non sembra impossibile.

La seconda strada è quella di fare una lista unica solo con Fratelli d’Italia e altri partiti di destra, lasciando che Forza Italia faccia fronte comune con i centristi. Un’unione del genere potrebbe portare Salvini e la Meloni a ottenere anche il 20%.

Con la prima ipotesi dunque la Lega Nord risulterebbe essere nella lista più votata, anche se poi resterebbe l’incognita del raggiungimento del premio di maggioranza. Una posizione comunque che la metterebbe in pole position nella formazione di un nuovo governo.

Se invece il carroccio dovesse separarsi da Forza Italia, ecco che potrebbe diventare la spalla ideale per un governo assieme al Movimento 5 Stelle, a patto però che i pentastellati riescano a essere il partito più votato alle prossime elezioni.

Allo stato delle cose, un esecutivo dei 5 Stelle appoggiato da Salvini e la Meloni è l’unico governo che potrebbe riuscire ad avere i numeri per ottenere la fiducia sia alla Camera che al Senato.

Salvini ministro?

Da tempo Matteo Salvini va ripetendo di essere pronto a diventare il prossimo Presidente del Consiglio. Visto che le primarie per il centrodestra non sono all’orizzonte, la partita nel caso con Forza Italia è aperta.

In caso di un’alleanza elettorale, Silvio Berlusconi non ha alcuna intenzione di cedere la guida della coalizione al poco amato Salvini. Un tema questo che da tempo crea frizioni tra i due leader.

Salvini allora ha lanciato questa sorta di proposta a Berlusconi: andiamo assieme e cerchiamo di vincere, poi il premier sarà espressione del partito che nella coalizione riuscirà a ottenere più voti alle elezioni.

Berlusconi anche se è convinto di poter finire davanti al carroccio non si fida. Ecco perché alla fine Salvini potrebbe “accontentarsi” del ruolo di ministro dell’Interno lasciando comunque sempre a una persona a lui gradita la poltrona da premier.

Nel caso poi di una maggioranza assieme al Movimento 5 Stelle, questa potrà avvenire o con un appoggio esterno, quindi senza incarichi di governo, oppure ritagliandosi alcuni ministeri, con sempre il Viminale in cima ai desideri del segretario del carroccio.

Comunque vada quindi è difficile ipotizzare un prossimo governo del paese senza che la Lega Nord ne faccia parte. Al tempo stesso però, per Matteo Salvini i tempi per diventare Presidente del Consiglio non sembrerebbero essere ancora maturi.

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