Non tutte le sue scelte piacciono alla Lega: Matteo Salvini potrebbe veder messo in discussione il suo ruolo di guida al partito.
Si avverte una certa tensione all’interno della Lega. Alcuni contrasti in seno al partito potrebbero a lungo andare rivelarsi fatali per la leadership del segretario Matteo Salvini.
La linea ambigua adottata dall’ex ministro dell’Interno riguardo i due temi caldi, vaccini e green pass, potrebbe essere la causa per cui il leader della Lega potrebbe vedersi soffiare via il suo ruolo centrale.
Oltre a dover fare i conti con un partito sempre più in rivolta, Salvini - per mantenere salda la sua posizione - si guarda dal partito “amico” Fratelli d’Italia della Meloni che, se supererà la Lega alle elezioni amministrative, potrebbe indebolirlo ancora di più.
L’ambiguità di Salvini divide la Lega
Se si guardano le ultime mosse di Salvini si rimane un po’ sconcertati. È sempre più palese che la politica del leader della Lega corra su due binari, quello in linea con il governo e quello dell’opposizione militante, paralleli e completamente opposti.
In questo modo, da mesi si assiste ad azioni leghiste che si smentiscono a vicenda. Si pensi alla scelta del Presidente delle Repubblica: Giancarlo Giorgetti ha definito Mario Draghi come “il più adeguato in assoluto”, salvo poi vedere Salvini sostenere la candidatura di Berlusconi.
Ancor peggio se si guarda alle norme sul green pass. Salvini presenta prima un numero esuberante di emendamenti, per poi ritirarli e tramutarli in ordini del giorno e infine, aperta la discussione in Parlamento, votare e sostenerne alcuni di Fratelli d’Italia.
Questo non solo ha generato confusione nel suo pubblico elettorale, ma anche all’interno del partito. Molti sono i deputati ormai insofferenti alla sua linea politica e alcuni potrebbero tentare di ricoprire un nuovo ruolo di leader.
Tensione all’interno della Lega: Zaia e Giorgetti contro Salvini
Molti leghisti che sostengono la linea d’azione del governo, specialmente in tema green pass e vaccino, si trovano a opporsi alla linea di “ammiccamento” al mondo no-vax di Salvini.
Tra i primi oppositori si trova il numero uno del Veneto, Luca Zaia, che ha fatto a pezzi la propaganda salviniana su temi correlati al vaccino. Infatti, se nella Lega Salvini e i suoi fedelissimi portavano avanti una narrazione di “alternative” alle cure ufficiali contro il Covid, il governatore veneto si oppone e afferma convinto: “Io penso che non ci siano alternative alle scelte che abbiamo fatto”, assestando una stoccata al suo segretario.
In tema green pass, Zaia si pone addirittura agli antipodi di Salvini. Infatti, per il governatore del Veneto il certificato verde è “una patente di libertà”, un stella polare che non è altro che il riconoscimento e la promozione della campagna vaccinale. Zaia si distanzia in maniera netta da Salvini e dalla sua battaglia per non allargare l’uso del certificato.
Ovviamente Zaia non è l’unico e a sostenere le sue posizioni: ci sono anche Fontana e Giorgetti, che già sembravano aver preso le distanze dopo le dimissioni di Salvini dal Governo Conte I.
Meloni e Salvini: un’eterna sfida in campagna elettorale
Se in un selfie a Cernobbio i due leader di Fratelli d’Italia e Lega, Meloni e Salvini, sembravano essere sulla stessa lunghezza d’onda, in realtà la sfida tra Fratelli d’Italia e Lega è appena iniziata.
Si tratta di una vera gara per le prossime elezioni amministrative che potrebbero confermare la preferenza e il sostegno del pubblico alla Lega, che registra un 20,5%, oppure ribaltare la situazione e preferire a Salvini la Meloni, che al momento con il suo partito si trova al 18,8%.
L’ambiguità di Salvini: una strategia per la campagna elettorale
La doppia natura della Lega, militante e di governo, non è altro che il tentativo di “raccogliere le voci delle opposizioni”, come ha poi spiegato il politologo Marco Valbruzzi.
Dietro una “linea ballerina” si nasconderebbe la necessità di competere con Fratelli d’Italia. Infatti, essendo all’opposizione, la Meloni può “accaparrarsi” i voti dei delusi del centrodestra e dei fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle.
La Lega, invece, che è al governo e ricopre un ruolo più istituzionale, perde quel consenso. L’ambiguità di Salvini è quindi il tentativo di strappare qualche futuribile sostenitore di FdI.
Salvini rischia la leadership? Bisogna guardare le prossime elezioni amministrative
Le prossime elezioni amministrative saranno quindi fondamentali per Salvini: potrebbero infatti confermare il successo della sua «linea» del leader leghista oppure accelerare una possibile resa dei conti.
Se la sua politica si rivelasse fallimentare Salvini potrebbe finire al “tavolo degli imputati” del suo partito e potrebbe veder messa in discussione la sua leadership: chissà se non ne approfittino Zaia e Giorgetti per ricoprire quel ruolo e allinearsi definitivamente con il governo Draghi.
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