Consiglio Nazionale dei Commercialisti: la Legge di Bilancio porta 5,6 miliardi di tasse

Simone Micocci

31/12/2018

Secondo le stime del CNDCEC nel 2019-2021 la pressione fiscale aumenterà di 13 miliardi di euro; 5,6 milioni in più previsti dalle misure introdotte dalla Legge di Bilancio.

Consiglio Nazionale dei Commercialisti: la Legge di Bilancio porta 5,6 miliardi di tasse

Secondo quanto riportato dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti contabili, la Legge di Bilancio 2019 non è tutta “rose e fiori” come si potrebbe pensare: se da una parte pensionati e disoccupati possono sorridere per l’introduzione della Quota 100 e del reddito di cittadinanza, dall’altra banche, imprese e compagnie assicurative non possono fare altrettanto visto l’aumento della pressione fiscale.

Nel dettaglio, per il triennio 2019-2021 si calcolano 13 miliardi di nuove tasse, senza considerare poi il possibile aumento dell’IVA e l’incognita delle imposte locali; allo stesso tempo però bisogna considerare quanto si risparmierà con l’introduzione di alcune novità con la Legge di Bilancio, come appunto le nuove regole sul regime forfettario che porteranno ad un risparmio complessivo di 4,8 miliardi di tasse.

Tra risparmi e incrementi, quindi, il bilancio finale è di 12,9 miliardi di maggiori entrate fiscali; vediamo nel dettaglio quali saranno i soggetti a subire la maggiore pressione fiscale in base alle stime effettuate dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti.

Nuove tasse con la Legge di Bilancio: banche e assicurazioni le più colpite

Prima di andare avanti è bene sottolineare che la differenza tra maggiore e pressione fiscale derivante dalle misure introdotte con la Legge di Bilancio è di “soli” 5,6 miliardi di euro; tuttavia, il CNDCEC arriva a 13 miliardi di euro perché nelle previsioni di spesa considera anche le numerose disposizioni di regolarizzazione anticipata previste sia dalla manovra che dal decreto fiscale ad essa collegato.

Nel dettaglio, dalle varie forme di pacificazione, tra le quali figura la rottamazione delle cartelle, si conta di recuperare circa 6,2 miliardi di euro. Altri 84 milioni derivano dallo stralcio delle cartelle per le imposte dichiarate, ma non versate, per i soggetti in difficoltà economica.

Si arriva ad un totale di 7,3 miliardi di euro se si prende in considerazione anche la rivalutazione di quote e terreni detenuti da persone fisiche (per un gettito stimato di 952 milioni di euro), la rivalutazione fiscale dei beni d’impresa (47 milioni) e l’estromissione agevolata di immobili strumentali. Aggiungendo questi 7,3 miliardi ai 5,6 miliardi di nuove tasse, ne risulta quindi un’entrata di 12,9 miliardi di euro per il 2019-2021.

Nuove tasse: banche e assicurazioni le più colpite

Come anticipato, banche e assicurazioni sono le più colpite dall’aumento del gettito fiscale: complessivamente, infatti, queste si troveranno a pagare 5,6 miliardi di nuove tasse.

I secondi a pagare per la maggiore pressione fiscale sono le imprese, per le quali il Consiglio Nazionale dei Commercialisti ha previsto un incremento di 2,4 miliardi di euro. Seguono poi gli operatori dei giochi e le multinazionali operanti sul web che anche per effetto della nuova web tax dovranno far fronte ad un “rincaro” di 1,3 miliardi.

Per i privati cittadini, invece, l’aumento della pressione fiscale sarà di “soli” 600 milioni di euro (anche se bisogna vedere cosa succederà in merito alle imposte locali), mentre per gli enti no-profit sarà di 400 milioni. Per quanto riguarda gli enti no-profit, però, bisognerà tener conto degli effetti finanziari che porteranno i correttivi dell’Ires per il terzo settore, annunciati dal Governo ma non presi in considerazione dalle stime del CNDCEC.

Per le tasse locali invece ricordiamo che la manovra finanziaria mette fine al blocco degli aumenti che era stato previsto per il triennio 2016-2018; di conseguenza, spetterà ai Comuni decidere se aumentare Irap, Imu, Tasi e addizionali.

I risparmi

Allo stesso tempo, però, la Legge di Bilancio prevede dei risparmi per determinate categorie di contribuenti: ad esempio, con l’ampliamento della platea dei beneficiari del regime forfettario, per il quale il limite è stato aumentato fino a 65.000 euro e con l’introduzione della flat tax fino a 100.000€ dal 2020, è previsto un risparmio complessivo di 4,8 miliardi di euro per le Partite Iva individuali.

Completano il quadro dei risparmi gli allegerimentimenti per il settore immobiliare, per un totale di 1,8 miliardi. Se a questi si aggiungono altri 200 milioni di euro derivanti da misure marginali, si arriva ad un risparmio complessivo di 6,8 miliardi.

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