Più soldi ai pensionati nella Legge di Bilancio: il piano del Governo per il prossimo anno

Giorgia Bonamoneta

08/10/2021

La crisi economica ha ridotto il potere d’acquisto dei pensionati. Servono più soldi per le pensioni, ma i fondi non sono facili da trovare. Quali sono i piani del Governo per il prossimo anno?

Più soldi ai pensionati nella Legge di Bilancio: il piano del Governo per il prossimo anno

Il Governo ha concluso una serie di impegni che impedivano il dibattito su uno dei temi centrale dei prossimi mesi. Stiamo parlando della Legge di Bilancio, che dovrà tenere conto della necessità di aumentare i soldi ai pensionati che hanno visto calare la loro forza d’acquisto.

Uno dei temi a scadenza breve, per il quale vi è quindi una certa urgenza di confronto, è quello relativo alle pensioni. Infatti con Quota 100 in scadenza a dicembre 2021 e gli scarsi risultati ottenuti (peso sull’economia) il Governo è chiamato a riformare lo strumento o a pensarne uno nuovo.

In tavola ci sono diversi schemi probabili, ma nessuno di questi riesce a mettere tutti d’accordo. Vediamo insieme quali sono le proposte per le pensioni.

Perché bisogna trovare più soldi per i pensionati?

La crisi economica ha colpito tutti, anche quelli che in molti considerano i più al sicuro, ovvero i pensionati. Infatti se si guarda allo scenario europeo o mondiale ci si rende conto che una serie di avvenimenti di grande portata hanno influito molto sul carovita.

Stiamo parlando di choc energetico, rallentamento della produzione e ostacoli alla distribuzione. Questi eventi, concatenati allo scoppio e alla permanenza dello stato di pandemia, hanno diminuito la capacità di acquisto degli anziani in pensione.

Servono quindi azioni in grado di ristabilire l’ordine. Secondo alcuni aumentare le pensioni, soprattutto quelle minime, e favorire una riforma del sistema pensionistico, è l’unico modo per invertire la rotta.

Come trovare i soldi per le pensioni?

L’obiettivo finale è approvare una riforma del sistema pensionistico, una che vada a sostituire l’attuale in scadenza: Quota 100 .

Uno dei passi è già stato fatto in questa direzione con l’approvazione del Ddl Delega per la riforma fiscale. Infatti questa prevedere una serie riforme capaci, almeno in teoria, di far rientrare il Paese dalla spesa prevista per le pensioni.

Riassumiamo i punti del Ddl approvato pochi giorni fa:

  • lo stimolo alla crescita economica attraverso una maggiore efficienza della struttura delle imposte e la riduzione del carico fiscale sui fattori di produzione;
  • la razionalizzazione e semplificazione del sistema anche attraverso la riduzione degli adempimenti e l’eliminazione dei micro-tributi;
  • la progressività del sistema, che va preservata, seguendo i dettami della Costituzione che richiamano un principio generale di giustizia e di equità;
  • il contrasto all’evasione e all’elusione fiscale.

Pensioni: i piani per il 2022

Come a ogni giro di corsa, anche in questa occasione i partiti di maggioranza hanno presentato ognuno la propria proposta. Vediamo quelle più gettonate.

Quota 97-98

Da Forza Italia si alza la proposta di una Quota 100 modificata dal nome di Quota 98 (o 97 come si legge su alcuni giornali).

Questa nuova “Quota 97-98” darebbe la possibilità di andare in pensione quando si vuole, a partire dai 62 anni. Ovviamente prima si va in pensione maggiori saranno i “costi”.

In questo caso il sistema propone una decurtazione graduale:

  • del 10% per l’uscita a 62 anni;
  • del 8% per la pensione a 63 anni;
  • del 6% per l’uscita a 64 anni;
  • del 4% per chi esce a 65 anni;
  • del 2% per la pensione a 66 anni.

Pensione di garanzia

Con il sistema attuale - ossia con il calcolo contributivo della pensione - una persona può andare in pensione a partire dal momento nel quale ha maturato una pensione pari a 1,5 volte l’assegno sociale di circa 470 euro.

La pensione di garanzia prevede invece un abbassamento del tetto a 1,2 volte e inoltre sarebbe garantito un assegno di pensione mai inferiore a 660 euro. In questo caso andrebbero aggiornati e livellati con un’integrazione gli attuali assegni alla cifra minima garantita.

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