Il lockdown è stato davvero inutile? Secondo lo studio della Johns Hopkins University sì, ma non tutti sono d’accordo. Ecco cosa dicono gli esperti su utilità ed efficacia delle chiusure.
Il lockdown non serve per impedire la diffusione del virus e non diminuisce la mortalità. Quindi, in definitiva, non serviva davvero. Ecco che, con un risultato simile, lo studio di tre esperti di economia ha decretato l’inutilità del lockdown come strumento non medico di difesa ai virus. Ma è davvero così?
Ormai lo sappiamo: la divulgazione scientifica non è sempre alla portata di tutti ed è normale fidarsi dei tanto rinomati “esperti”. Ma, perché c’è sempre un “ma”, non tutti gli studi che vengono condivisi sono corretti. Anzi. Lo studio della Johns Hopkins University è uno di questi casi e i motivi sono diversi.
Quindi perché i tre economisti hanno scritto che il lockdown non è stato utile? Per rispondere alla domanda bisogna ascoltare la voce di altri esperti che hanno commentato lo studio. Altro non è che la revisione tra pari (in inglese peer review) ed è un processo utile per migliorare il lavoro prodotto. Ma perché lo studio sull’inutilità del lockdown, ovvero se è servito o meno a diminuire l’impatto della pandemia sulla vita delle persone, non quadra?
Il lockdown è servito o è stato uno strumento inutile?
Da qualche giorno circola la notizia di uno studio pubblicato dalla Johns Hopkins University che metterebbe in dubbio il sistema di prevenzione adottato da quasi tutti i Paesi del mondo durante la pandemia: il lockdown. Il lockdown, la quarantena, l’isolamento, e tutti gli altri termini che abbiamo usato, potrebbero essere stati inutili. Anzi lo studio conclude proprio affermando che “i blocchi hanno avuto scarsi o nessun effetto sulla mortalità da COVID-19”.
Una notizia, o per meglio dire una scoperta scientifica che invaliderebbe l’uso del lockdown come approccio non medico per impedire un aumento dei contagi e della mortalità. Non è una conclusione sottovalutabile, soprattutto perché gli effetti e le conseguenze dei lockdown sono stati molteplici: dalla crisi economica, alla difficoltà del sistema scolastico, fino all’aumento di problemi legati alla salute e al benessere mentale di giovani e meno giovani.
Lockdown, la soluzione inefficace: cosa dice lo studio
Quindi ci siamo fatti mesi chiusi in casa, affacciati al balcone alle 18 del pomeriggio per cantare tutti insieme, senza un reale motivo? La risposta è diversa e più complessa. Andiamo con ordine.
Lo studio della Johns Hopkins University è stato condotto da tre esperti economisti: Jonas Herby, Lars Jonung e Steve H. Hanke. I tre economisti, per ovvie conoscenze nel proprio settore, hanno potuto dare una loro opinione in merito all’impatto sull’economia, ma non manca neanche il focus sull’inutilità del lockdown sulla mortalità del virus. A questo punto la teoria potrebbe già iniziare a scricchiolare, ma il problema principale è un altro.
Si tratta di un errore di metodo. Seth Flaxman, professore associato presso il Dipartimento di Informatica dell’Università di Oxford, ha spiegato che lo studio è stato condotto come una meta-analisi di studi precedenti. Fin qui tutto bene, ma “hanno sistematicamente escluso dalla considerazione qualsiasi studio basato sulla scienza della trasmissione delle malattie”.
Flaxman continua facendo un esempio piuttosto chiaro e che riportiamo qui per intero:
È come se volessimo sapere se il fumo provoca il cancro e così abbiamo chiesto a un gruppo di nuovi fumatori: hai avuto il cancro il giorno prima di iniziare a fumare? E il giorno dopo? Se lo facessimo, ovviamente concluderemmo erroneamente che il fumo non è correlato al cancro, ma ignoreremmo la scienza di base. La scienza delle malattie e delle loro cause è complessa e ci riserva molte sorprese, ma esistono metodi appropriati per studiarla e metodi inappropriati. Questo studio esclude intenzionalmente tutti gli studi radicati nell’epidemiologia, la scienza della malattia.
Cosa sappiamo (davvero) sull’utilità ed efficacia del lockdown
Negli ultimi due anni la produzione scientifica in merito al SARS-CoV-2 (COVID) è stata enorme, anche se meno numerosa della produzione giornalistica, per la quale si è parlato di fenomeno di infodemia. Sull’efficacia dei lockdown non mancano quindi ricerche, studi, pubblicazioni e moltissime opinioni. La conclusione più diffusa, quella maggiormente confermata tra gli esperti è: le chiusure funzionano, sia contro la diffusione che contro la mortalità.
I risultati dei vari lockdown nel mondo sono evidenti, sebbene il costo dal punto di vista economico e sociale sia altrettanto evidente. In ogni caso studi come quello pubblicato su Science ha mostrato come l’isolamento rallenti la diffusione di coronavirus (2020); mentre una ricerca pubblicata su Nature Human Behaviour ha evidenziato che lockdown e coprifuoco sono le misure più efficaci (2020).
Questo prima della scoperta di più di un vaccino contro il virus e le sue varianti. Ma ancora, nel 2021, uno studio pubblicato su Science Direct ha concluso che “i Paesi che hanno agito in anticipo [...] hanno avuto il maggior successo nel controllo della diffusione riportando un numero di vittime sensibilmente inferiore”.
In conclusione è bene ricordare che è meglio stare alla larga da pubblicazioni scientifiche non ancora sottoposte a peer review, perché potrebbe generare confusione.
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