La Regione Lombardia è tra le più colpite dal coronavirus, per questo vi sono misure più restrittive che nel resto d’Italia. Limiti maggiori per chi esce di casa con il cane o fa jogging. Ecco i divieti delle ultime ordinanze regionali.
L’emergenza sanitaria causata dal coronavirus si è abbattuta con grande violenza soprattutto in Lombardia, dove si trovano alcuni dei focolai della COVID-19. Per questo motivo vigono delle regole più severe che nel resto dell’Italia, ma la limitazione della libertà dei cittadini lombardi serve a scongiurare l’avanzata del contagio.
Considerando gli ultimi decreti e le ordinanze del Viminale - soprattutto quella che riguarda la passeggiata genitore-figlio - ci sembra opportuno ed utile fare chiarezza su cosa si può fare in Lombardia e cosa invece è vietato.
I divieti e le restrizioni riguardano in particolare l’attività sportiva all’aperto e la chiusura delle attività commerciali. Ecco il quadro della situazione aggiornata al 1° aprile 2020.
Cosa si può fare e cosa è vietato in Lombardia: le regole da rispettare
Chi vive in Lombardia è tenuto a rispettare precise regole comportamentali anti-COVID-19, più stringenti rispetto alla maggior parte delle altre Regioni italiane, questo in forza dell’autonomia regionale che ammette ordinanze più severe - in comprovate situazioni di urgenza e necessità - rispetto alle misure nazionali.
Fino nuovo ordine sono in vigore le limitazioni seguenti:
- divieto di assembramento nei luoghi pubblici e aperti al pubblico. In ogni caso bisogna sempre rispettare la distanza di sicurezza di almeno un metro;
- vietato fare sport nei parchi cittadini e nelle ville comunali, chiusi fino a data da destinarsi. Fare jogging è ammesso solo restando in prossimità della propria abitazione;
- vietato portare a spasso il cane in un Comune diverso da quello di abitazione o nel quartiere, bisogna restare entro 200 metri dalla propria abitazione;
- vietato uscire dal Comune di residenza/domicilio se non per motivi di salute, lavoro, necessità ed urgenza da dichiarare nel modulo di autocertificazione del Ministero dell’Interno.
Supermercati e farmacie: le regole da rispettare
É sempre ammesso uscire per recarsi al supermercato e in farmacia, che sono regolarmente approvvigionati. Anche per fare la spesa è richiesto il modulo di autocertificazione in caso di controlli a campione delle Forze dell’ordine.
Salvo particolari esigenze, può andare a fare la spesa un solo membro a famiglia e bisogna sempre rispettare la distanza di sicurezza di almeno un metro sia al momento della coda che all’interno del supermercato/farmacia. La mascherina non è obbligatoria poiché per evitare il contagio basta attenersi alle misure di prevenzione e distanziamento sociale indicate. Al gestore o titolare dell’esercizio commerciale è fatta raccomandazione di provvedere alla misurazione della temperatura corporea dei clienti.
Invece è disposta la chiusura dei mercati allo scoperto, anche di quelli che vendono prodotti alimentari. Diversamente i negozi al dettaglio di alimentari e altri generi di prima necessità sono regolarmente aperti.
Quali attività sono chiuse?
Sono chiusi fino a nuovo ordine:
- attività attinenti ai servizi alla persona, quindi parrucchiere, barbiere e centri estetici;
- attività artigianali;
- strutture ricettive;
- attività edili nei cantieri (tranne quelli per la ristrutturazione di strutture sanitarie e ospedaliere, stradali e ferroviarie);
- bar, ristoranti, pub e distributori di cibo e bevande h 24;
- studi professionali, a meno che non offrano servizi indispensabili e indifferibili
Sono aperti i tabaccai e le edicole.
I Mezzi pubblici funzionano?
Restano in funzione tutti i mezzi pubblici: tram, autobus, metropolitane e treni ma con orari ridotti. Sono assicurate le corse nelle ore di punta per permettere a chi deve andare al lavoro (nelle poche attività aperte) di muoversi per la città.
Vietato andare un altro Comune, sia con i mezzi pubblici che con la propria automobile. Questo spostamento è consentito solo per comprovati motivi di salute, lavoro, necessità e assoluta urgenza.
Studi medici sono aperti?
Gli studi medici, sia privati che associati tra più professionisti, restano aperti e a disposizione dei cittadini in caso di necessità e urgenza non prorogabili. Ciò vale per i ginecologi, per i dentisti, gli psichiatri e così via. Per evitare affollamento nelle sale d’aspetto, le visite devono, ove possibile, essere prenotate per via telefonica.
Stesse regole anche per gli studi dei medici veterinari; anche qui è opportuno recarsi solo per situazioni urgenti, le visite di routine devono essere rimandate alla fine dell’emergenza.
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