Ma quale bolla tech: settore in salute grazie a IT e software

Giulia Adonopoulos

9 Gennaio 2019 - 18:08

Come il Software e il Cloud stanno allontanando il rischio di una nuova bolla tecnologica e mantengono il settore in salute.

Ma quale bolla tech: settore in salute grazie a IT e software

Una nuova bolla tecnologica è all’orizzonte? Non la pensano così Battery Ventures e P101 SGR, società che si occupano di VC ed investimenti in startup innovative e technology driven.

I dati raccolti sono quelli di Gartner, Forrester, PwC e Fmi, e dimostrano come il settore della tecnologia non sia prossimo a un crollo, anzi, abbia ancora infinite potenzialità ancora da esplorare. Tesi che discorda con i timori di molti osservatori di Borsa scottati dallo scoppio della bolla dei primi Duemila. Nonostante i recenti inciampi di alcuni dei più grandi nomi della tecnologia, il settore continua a dominare gli indici azionari globali e la crescita non sembra arrestarsi.

Negli Stati Uniti gli investimenti Venture Capital sono cresciuti di 4 volte negli ultimi sei anni. Una vivacità rappresentata soprattutto dall’industria del Software, che da 40 anni a questa parte ha conosciuto uno sviluppo senza sosta e oggi vale 500 miliardi di dollari. Pensiamo che solo negli USA il comparto dà lavoro a 10 milioni di persone, e che uno sviluppatore guadagna il doppio di un lavoratore generico.

Perché non c’è una bolla tecnologica

I motivi per cui il software non conoscerà rallentamenti nel prossimo futuro sono almeno 5, secondo il report di Battery Ventures:
1) I numeri sono tutti in positivo
2) È diventato capillare, entrando a gamba tesa anche in mercati prima considerati di nicchia
3) Sta diventando più importante dell’hardware grazie alla realtà virtuale e all’intelligenza artificiale
4) Sta sostituendo sempre di più la mediazione umana
5) Qualsiasi società che voglia essere competitiva nell’Industria 4.0 non può più rinunciare alla tecnologia e di fatto è costretta a diventare una società software

Secondo uno studio di IDC (International Data Corporation) i SaaS (Software as a Service) avranno un’importanza sempre maggiore: nel 2018 il mercato del software per le imprese fatto da SaaS è stato pari al 27,8%, contro il 16,6% del 2013, e il trend è in crescita visto che si stima che nel 2030 l’industria varrà 1.000 miliardi di dollari per superare i 5 trilioni nel 2050.

E non è un dato tutto americano o, come si potrebbe pensare, circoscritto alla Silicon Valley, culla delle nuove tecnologie. Persino la “vecchia” Europa ha superato gli Stati Uniti in termini di ritmo di crescita negli investimenti nell’IT, che si attesta pari a 9,1 volte dal 2008 al 2017 rispetto alle 3,1 volte del mercato a stelle e strisce.

Il valore di Cloud, AI, machine learning e contenuti

Lo State of the Cloud Report 2018 pubblicato da Bessemer Venture Partners pone l’attenzione su un altro trend che si ritiene avrà una crescita esponenziale: quello delle piattaforme di virtualizzazione dei server. Un’industria che nel 2016 valeva 1,9 miliardi e che arriverà ai 7,7 miliardi nel 2021 con un tasso di crescita annuo del 32,7%. Il motivo? L’accesso al cloud, e quindi la creazione di una cloud company che da startup diventi velocemente scale-up, è diventato più semplice. Pensiamo al caso Twilio, piattaforma di cloud communication per costruire app di messaggistica, o a SendGrid, che in soli 3 anni è diventata leader nei sistemi di marketing email.

Le linee guida di questo sviluppo sono, secondo P101 SGR, intelligenza artificiale e machine learning, già oggi presenti nella nostra vita quotidiana sui nostri device sempre connessi, ma destinate a diventare sempre più pervasivi nei processi e nelle decisioni aziendali. Ovviamente anche la cybersecurity giocherà un ruolo decisivo vista la crescente importanza che avranno i dati. Infine, i contenuti: gli utenti di software di consumo chiedono contenuti di qualità per cui sono disposti a pagare a differenza del passato.

La sfida delle aziende sarà riuscire a ottimizzare la spesa in IT e semplificare sviluppo e gestione delle applicazioni per superare la necessità di avere una macchina virtuale per ognuna di esse. Ecco perché si fa largo l’interesse per la cosiddetta containerization technology.

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