L’indice Dow Jones supera per la prima volta la soglia dei 32.000 punti, scrivendo un nuovo capitolo della formidabile bull run dell’azionario statunitense.
Il Dow Jones, dopo un balzo dell’1,46%, ha superato ieri la soglia dei 32.000 punti, traguardo a lungo inseguito e mai raggiunto dall’indice della Borsa di New York. Di fatto, l’ennesimo capitolo di una bull run che continua a premiare le piazze finanziarie USA, nonostante l’economia reale statunitense rimanga ancora attaccata al bocchettone degli stimoli governativi, giunti ormai al sesto round.
Passano dunque in secondo piano i timori di una fiammata inflativa, che nelle ultime settimane avevano frenato le scommesse degli investitori e favorito il rialzo dei tassi del Treasury.
Dow Jones oltre i massimi storici
Un anno fa il Dow Jones si muoveva di poco al di sopra dei 23.000 punti ed era di fatto in caduta libera verso i minimi dell’anno, riflesso dello smarcamento degli investitori dall’azionario statunitense nel pieno della prima ondata pandemica.
Ci aveva pensato poi la Fed a sistemare le cose, tra politiche dovish sui tassi d’interesse e acquisti miliardari dei bond sovrani, sufficienti a rasserenare le piazze finanziarie e a favorire persino allunghi da record dei principali indici, dal Dow Jones allo S&P500 e al Nasdaq.
L’euforia è stata tale da alimentare anche dei sospetti sulla natura del pump del prezzo dei titoli azionari - per alcuni speculativa - in un momento in cui l’economia USA faceva i conti con i provvedimenti restrittivi suggeriti da Anthony Fauci e implementati, non senza resistenze, dall’allora inquilino della Casa Bianca, Donald Trump.
E ora, chiuso il primo giro nel calendario pandemico, il copione è sempre lo stesso: Washington continua a pompare liquidità nel sistema USA per rafforzare i fondamentali economici deteriorati dalla crisi sanitaria, mentre Wall Street brinda al toro che domina la piazza.
Certo, anche per l’irrefrenabile azionario non sono mancati i grattacapi, come il recente irrigidimento della curva dei tassi del Treasury, che cela i crescenti timori degli investitori su una prossima fiammata inflativa dettata dagli stimoli governativi. I mercati hanno zoppicato, ma le continue rassicurazioni della Fed sulla longevità dei tassi d’interesse ai minimi e del Qe pandemico sono bastati per riaccendere il motore di Wall Street, con l’indice Dow Jones sugli scudi a 32.297 punti.
Torna a salire lo S&P500, stabile il Nasdaq
A lato, poi, anche lo S&P500 - indice di Standard&Poor’s riservato alle prime cinquecento società statunitensi per market cap - è tornato ad allungare dopo i passi falsi di inizio mese, spostando la barra a quota 3.898 punti grazie a un balzo del 2% negli ultimi due giorni.
Giornata pigra, invece, per il Nasdaq, che ieri è rimasto stabile a 13.068 punti dopo aver registrato un rialzo del 3,6% nella seconda sessione di Borsa della settimana. Per l’indice tech, che sta subendo gli effetti della equity rotation dell’azionario, c’è però molta strada da coprire per tornare ai massimi di metà febbraio, a 14.095 punti.
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