Il Ministro dell’Istruzione conferma la DAD: resterà anche dopo il Covid

Antonio Cosenza

04/03/2021

La didattica a distanza non è una parentesi: il nuovo Ministro dell’Istruzione intende puntarci anche in futuro.

Il Ministro dell’Istruzione conferma la DAD: resterà anche dopo il Covid

Scuola: interessante intervista del quotidiano La Stampa al nuovo Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, il quale ha parlato di chiusura delle scuole nonché del ritorno alla didattica a distanza.

DAD che, come spiegato dal nuovo Ministro durante l’intervista, potrebbe restare in uso anche dopo il Covid.

La scuola, quindi, potrebbe essere cambiata per sempre: la didattica a distanza potrebbe non essere stata solamente una parentesi, in quanto anche nei prossimi anni scolastici sarà un punto fermo.

Le polemiche in questi giorni non mancano; lo stesso Movimento 5 Stelle si è detto deluso per la decisione del Governo Draghi di chiudere nuovamente le scuole. Come spiegato dal nuovo Ministro, però, questa decisione è da imputare principalmente al CTS: il quadro presentato dagli esperti del Comitato Tecnico Scientifico, infatti, non lasciava margini di manovra.

Scuole di nuovo chiuse: perché?

Come spiegato dal nuovo Ministro dell’Istruzione, non c’era possibilità di mantenere le scuole aperte. La situazione epidemiologica è in “rapidissimo cambiamento” in quanto la variante inglese ha modificato rapidamente il quadro precedente.

Non vuol dire, comunque, che tutte le scuole saranno chiuse: il CTS ha fissato come parametro i 250 casi ogni 100 mila abitanti, con gli istituti quindi che saranno “chiusi in situazioni eccezionali e comunque nelle aree in cui servono forti restrizioni legate all’andamento della pandemia”.

Secondo Bianchi non è comunque corretto parlare di “scuole chiuse”: si farà didattica a distanza, uno strumento che consente di andare avanti con le lezioni. “La scuola” - ha aggiunto il Ministro - “ha sempre lavorato e continuerà a farlo”.

Eppure Patrizio Bianchi è l’autore del documento con cui questa estate veniva messa in risalto l’importanza di tornare in classe. Il neo Ministro ci tiene a sottolineare che non si tratta di una contraddizione: “Questa estate, infatti, nessuno immaginava che saremmo stati soggetti ad una trasformazione del virus di questa portata”.

La DAD funziona ancora: il Ministro pensa ad un progetto a lungo termine

Quando gli viene fatto notare che gli studenti non ne possono più della didattica a distanza, il Ministro Bianchi conferma che in viale Trastevere si sta lavorando ad un suo miglioramento.

È al lavoro un’intera task force, della quale fanno parte un gruppo di persone interne al ministero più altre provenienti dai territori, come dirigenti scolastici e insegnanti. Sono state raccolte 200 esperienze di come nel giro di un anno la didattica a distanza si è evoluta e si sta ragionando su come migliorarla in modo da poterla considerare uno strumento utile anche in futuro.

Per questo motivo c’è l’intenzione di fare della formazione mirata ai docenti rispetto alle nuove forme di didattica, ma anche di investire risorse per affrontare questa fase. Il Ministero ha intenzione anche di “attivare la rete del volontariato a supporto della scuola, ma anche di favorire i patti di comunità con il territorio”.

Il tutto per considerare la DAD non come un ripiego, ma come un’integrazione e arricchimento. Il nuovo Ministro dell’Istruzione, quindi, ritiene che bisognerà puntare sulla didattica a distanza anche dopo la pandemia, così da “costruire una scuola nuova”.

D’altronde la missione affidata dal premier Draghi è proprio questa: come confermato da Bianchi, infatti, questo gli ha chiesto di “riportare la scuola al centro dello sviluppo del Paese, guardando oltre l’emergenza”.

Ci sarà un grande piano di riforma, e la didattica a distanza ne farà parte.

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