Davide Casaleggio è pronto a interrompere la sua collaborazione se il Movimento 5 Stelle dovesse diventare un partito a tutti gli effetti, con anche Alessandro Di Battista che potrebbe fare le valigie in caso di una mancata votazione per eleggere il prossimo capo politico.
Non si placa la faida tutta interna al Movimento 5 Stelle. Ultimo capitolo di questa sorta di “guerra” intestina è il post di Davide Casaleggio sul Blog delle Stelle, dove è stato lanciato una sorta di aut aut agli attuali vertici pentastellati.
Tutto ruota intorno alla nomina del prossimo capo politico e ai rapporti tra i 5 Stelle a l’associazione Rousseau, guidata da Davide Casaleggio e che gestisce la piattaforma per il voto online e il Blog delle Stelle.
La questione non riguarda soltanto i 300 euro al mese che i parlamentari devono versare all’associazione, con Casaleggio che ha tagliato molti servizi visti i ritardi nei pagamenti, ma anche il ritorno in campo di Alessandro Di Battista.
L’ex deputato non è un mistero che ambisce a diventare il prossimo capo politico, per bloccare quel processo in atto nel Movimento di trasformazione verso un vero e proprio partito e soprattutto di alleanza, anche a livello territoriale, con il Partito Democratico.
Casaleggio e Di Battista agitano i 5 Stelle
“Qualora, per qualche motivo, si avviasse la trasformazione in un partito, il nostro supporto non potrà più essere garantito, dal momento che non sarebbe più necessario poiché verrebbero meno tutti i principi, i valori e i pilastri sui quali si basa l’identità di un MoVimento di cittadini liberi e il suo cuore pulsante di partecipazione che noi dobbiamo proteggere”.
Con queste parole scritte sul Blog, Davide Casaleggio ha in qualche modo mandato un ultimatum ai vertici 5 Stelle. L’associazione Rousseau potrebbe quindi chiudere il proprio rapporto con i pentastellati, restando “pronti a collaborare con tutti quei movimenti, associazioni e organizzazioni che come noi nel mondo vogliono dare voce alle persone”.
Al tempo stesso Alessandro Di Battista, grande picconatore negli ultimi tempi del Movimento, vorrebbe che a breve gli iscritti certificati potessero votare per eleggere il nuovo capo politico, mentre da Beppe Grillo a Luigi Di Maio passando per Roberto Fico i big dei 5 Stelle vorrebbero cambiare il regolamento, per dare vita a una gestione collegiale.
Se dovesse passare questa linea, di fatto Di Battista verrebbe depotenziato: al massimo l’ex deputato potrebbe entrare nel nuovo direttorio, restando però sempre in una sorta di minoranza visto che le decisioni verrebbero prese in maniera collegiale.
Al momento Casaleggio e Di Battista sono di conseguenza come alleati: il primo spera nella elezione a capo politico dell’ex deputato per poter bloccare l’evoluzione del Movimento in un partito da fare entrare nell’orbita del centrosinistra, mentre il secondo ha al momento nel figlio del fondatore l’unico “amico” rimasto per avere un appoggio in questa scalata alla guida dei 5 Stelle.
All’orizzonte rimane però anche la clamorosa ipotesi della scissione: quando il Movimento 5 Stelle dovrà prendere una decisione in merito al suo futuro, se dovesse passare la linea Grillo-Di Maio a quel punto potrebbero mutare i rapporti con Rousseau e Di Battista andrebbe a sbattere la porta, dando vita magari un nuovo movimento supportato proprio da Casaleggio.
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