La politica cerca di dire la sua sull’acquisizione di Mps da parte di Unicredit e convoca il Ceo, Andrea Orcel, mentre i politici prendono posizione
Mentre si consuma l’estate che verrà ricordata per quella che potrebbe essere una delle operazioni di fusione più importanti per il sistema bancario italiano, la politica cerca di dire la sua sul ’matrimonio’ tra il più importante istituto italiano, Unicredit, e la banca in attività più antica del mondo, ovvero Monte dei Paschi di Siena.
Orcel in commissione parlamentare
Mentre passano i giorni per la due diligence sul Monte dei Paschi di Siena da parte di Unicredit, la politica convoca il Ceo della banca milanese, Andrea Ocel.
L’appuntamento è fissato per il 14 settembre a Palazzo San Macuto, luogo deputato alla riunione della commissione di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, quando Orcel verrà ascoltato dal gruppo di parlamentari guidati dal Presidente della commissione, la pentastellata Carla Ruocco.
Orcel, però, non sarà l’unico a cui la politica chiederà il punto della situazione sull’operazione bancaria che si preannuncia tra le più importanti in Italia nel 2021, ma la commissione ascolterà di nuovo Bernardo Mattarella, amministratore delegato del Mediocredito, istituto entrato in data room su Mps dalla quale rileverà circa 150 filiali al Sud.
Salvini chiede tempo e soldi
Dal Forum Ambrosetti in corso a Cernobbio, intanto, Matteo Salvini ha definito la situazione di Mps una “vergogna”, attaccando il Partito Democratico, storicamente vicino alla banca senese. Secondo il leader della Lega, è necessaria una proroga per il closing dell’acquisizione per definire il futuro della banca e dei suoi 7 mila dipendenti che rischiano il posto.
Un tempo che sembra essere poco probabile, viste le scadenze imposte dall’accordo con l’Unione europea, ma che Salvini ritiene indispensabile anche alla luce della buona semestrale diffusa dalla banca, rifiutando qualsiasi ipotesi di svendita.
Ma Salvini rilancia: il governo (quindi i cittadini) dovrebbe mettere altri soldi pubblici, anche in considerazione dei miliardi già investiti in Mps. Secondo il leader della Lega questo ragionamento “avrebbe senso”, anche per ammorbidire l’impatto sul tessuto locale di Siena, da sempre legato alla banca.
Letta difende il governo
Dal fronte del Partito Democratico, il Forum Ambrosetti è stato palcoscenico anche del segretario Enrico Letta, il quale ha difeso le posizioni del governo e ha anche attaccato il centro-destra, sottolineandone le responsabilità sulla vicenda Mps.
Anche Letta ha rilanciato la necessità di una banca importante in un territorio dove il PD ha da sempre ’pescato’ voti e consenso, anche se si è limitato ad auspicare che il governo trovi una soluzione utile che “eviti uno spezzatino”.
Tra l’altro, proprio Letta è candidato nel collegio di Siena per la Camera alle elezioni che si sono rese indispensabili dopo le dimissioni di Padoan, arrivate dopo la sua nomina alla presidenza del cda proprio di Unicredit.
Con le imminenti elezioni amministrative che si terranno il 3 e il 4 ottobre, l’affaire Unicredit/Mps rischia di surriscaldare sempre più anche la politica.
© RIPRODUZIONE RISERVATA