In migliaia i manifestanti contro il Green pass a Milano. I No pass si sono detti solidali non con la Cgil ma con i portuali triestini. Ecco le ragioni della protesta.
Sale la tensione a Milano. Il corteo non autorizzato dei no pass, scortato dalla polizia, ha sfilato per le vie del centro verso la sede della RAI, inneggiando alla libertà e cori a sostegno dei portuali triestini. Un gruppo di anarchici ha tentato un assalto alla Cgil ma è stato prontamente fermato dalla Polizia.
In migliaia si sono radunati ieri contro l’obbligo del green pass, i manifestanti hanno le idee chiare: non vogliono agevolazioni per i tamponi, ma che sia abolita l’imposizione del certificato verde sui luoghi di lavoro.
No pass a Milano: quanti erano e cosa è accaduto
Libertà. È questo il grido che è risuonato ieri per il nuovo corteo milanese dei no pass, questo è il 13° sabato consecutivo di manifestazioni non autorizzate. È da luglio infatti che gli oppositori al certificato verde si ritrovano per le strade di Milano, manifestando il loro dissenso all’obbligo del green pass sui luoghi di lavoro, norma entrata in vigore il 15 ottobre. Per tutta la settimana le autorità hanno cercato di mediare con i no pass per trovare un percorso e autorizzare la manifestazione, il compromesso però è saltato quando i leader del movimento hanno chiesto la revoca del Daspo ai manifestanti, una proposta vista come un ricatto, a cui le autorità non hanno voluto cedere.
Si stima che fossero all’incirca 15 mila i manifestati che si sono mossi da piazza Fontana con striscioni contro i sindacati e contro il governo, quello che apriva il corteo recitava: “Solidali non con la Cgil ma con i portuali”, molti i cori alternati alle offese al premier Draghi. In serata si sono poi registrate forti tensioni tra i protestanti e le Forze dell’ordine.
Poco prima delle 17 sono arrivati i primi manifestanti in piazza Fontana. L’area era già presidiata dalla Polizia di Stato e Carabinieri, che hanno preventivamente bloccato l’accesso a piazza Duomo, cercando di evitare che si replicassero i fatti di Roma. I no pass sono stati scortati a piazza Duomo dalla Polizia, da lì hanno continuato a spostarsi confusamente cercando anche il contatto con la Polizia e i Carabinieri, con l’obiettivo di creare confusione e raggiungere la sede della RAI, meta del corteo.
Da piazza Duomo circa 500 persone, tra cui molti anarchici, hanno provato a staccarsi e dirigersi verso la stazione Centrale, ma sono stati ripetutamente bloccati dalla Polizia. Dopo più di cinque ore di corteo i no pass hanno puntato verso il tribunale e la Camera del Lavoro, a cui è seguita una nuova carica di alleggerimento, le Forze dell’Ordine hanno identificato 16 persone e 9 sono state accompagnate in questura per la denuncia. Dopo alcuni attimi di tensione, si è temuto un nuovo assalto alla sede milanese della Cgil, la situazione è tornata a una relativa calma.
No pass a Milano: le ragioni della protesta
Le ragioni che spingono i no pass a scendere in piazza da ben 13 settimane ogni sabato sono ben chiare: abolire l’obbligo del green pass. Infatti i manifestanti, esattamente come alcuni portuali triestini, non si identificano con i no vax, a loro detta, alcuni di loro hanno anche ricevuto le dosi del vaccino.
L’obbligo del green pass è visto dai manifestanti come un venir meno della loro libertà di scelta, per tale motivo l’unica alternativa per loro è che il Governo ritiri l’imposizione del certificato verde. Ovviamente il corteo è molto variegato e per questo, se alcuni chiamano “fascisti” i sindacati, nel corteo emergono figure di Padre Pio e striscioni anti-Governo. Un mix esplosivo che potrebbe accogliere in sé gruppi di facinorosi il cui unico obiettivo è quello di creare confusione e panico per le strade.
In tutto questo non si può ignorare la portata del fenomeno “no pass”. Dopo la chiusura di Basta Dittatura, il canale Telegram intorno al quale si era radunato il movimento, ora il canale più seguito è No Green pass – Vinciamo insieme, arrivato a oltre 30 mila iscritti. Per il canale sono cominciati a girare i video delle proteste, mentre si indicano i bersagli più sentiti: sindacati e giornalisti, gli obiettivi delle sommosse a Roma di Forza Nuova.
© RIPRODUZIONE RISERVATA