La bozza in PDF del Piano strategico-operativo di preparazione e risposta a una pandemia influenzale 2021-2023, che servirà a non cogliere ancora impreparata l’Italia: cosa c’è scritto nel passaggio sul chi dare la precedenza quando non è possibile curare tutti.
Si chiama Piano strategico-operativo di preparazione e risposta a una pandemia influenzale 2021-2023 (Panflu) e l’Italia, come ha tristemente sperimentato sulla propria pelle con l’emergenza coronavirus, lo attendeva dal lontano 2006.
La bozza del nuovo piano pandemico (in calce all’articolo è possibile visionare il testo completo in PDF) è datata 31 dicembre 2020 e, stando a quanto precisato dal ministero della Salute, è aperta a possibili modifiche.
L’Italia così si appresta ad aggiornare il suo piano da mettere in campo nel caso di una pandemia, con il mancato adeguamento negli scorsi anni che è finito anche nel mirino della Procura di Bergamo.
Nel dettaglio il piano strategico-operativo va a indicare le linee operative di fronte a “tutti gli eventi pandemici”, definendo i ruoli e fornendo istruzioni su medicinali, mascherine e su come si dovrà comportare il personale sanitario.
Il nuovo piano pandemico per l’Italia
La bozza del piano che va ad aggiornare in Italia le linee guida per il biennio 2021-2023, per prima cosa tratta gli aspetti operativi generali, specificando quelli che sono i ruoli e le responsabilità a livello nazionale, regionale e locale.
Delineato il sistema operativo e di coordinamento, si entra nel dettaglio delle tre fasi individuate (inter-pandemica, allerta e pandemica), con una particolare attenzione alle attività di prevenzione e di esercitazione.
Si passa poi alla formazione del personale, al numero di mascherine necessarie che devono essere prodotte in tempi rapidi e soprattutto alle scorte dei farmaci, dove si chiede di “disporre e mantenere una riserva nazionale/regionale di farmaci antivirali definendo le modalità di accesso alle riserve”.
Con l’aggiornamento del piano, la bozza comunque viene definita dal Ministero “informale, condivisa con i soggetti interessati e aperta alle modifiche”, l’intento è quello di preparare l’Italia di fronte a possibili nuove pandemie, pericolo questo di recente sottolineato anche dall’Oms.
Chi verrà curato per primo?
Come la bozza del piano pandemico è iniziata a circolare, subito non sono mancate le polemiche in particolare per la parte riguardante l’etica e gli aspetti morali.
Nel testo si specifica che gli operatori sanitari “sono sempre obbligati anche durante la crisi a fornire le cure migliori, più appropriate e ragionevolmente possibili”, ma si parla anche del come comportarsi quando “la scarsità rende le risorse insufficienti rispetto alle necessità”.
“I principi di etica - si legge nella bozza - possono consentire di allocare risorse in modo da fornire trattamenti non necessari preferibilmente a quei pazienti che hanno maggiori possibilità di trarne benefici”.
A chiarire meglio questo punto è stata Cinzia Caporale, componente del Cnb, che così ha commentato sulle colonne del Corriere della Sera: “Non significa escludere dall’assistenza intere categorie di persone ad esempio per l’età, ma ribadire che bisognerà valutare caso per caso, come sempre succede in sanità, in base ai criteri clinici e in proporzione con i risultati attesi”.
Questo passaggio del piano però è stato subito ripreso da Matteo Renzi, che ha ribadito la necessità per l’Italia di attivare il Mes sanitario per avere a disposizione maggiori risorse, con Palazzo Chigi che invece confida sempre nel Recovery Fund dove la fetta destinata alla sanità dovrebbe essere aumentata a oltre 19 miliardi.
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