L’Ocse ha simulato l’impatto della guerra sul mondo, con un focus economico. La catastrofe umanitaria in Ucraina si aggiunge a scenari di ripresa in Europa, e non solo, assai dubbiosi.
L’Ocse si è pronunciata sull’impatto della guerra in Ucraina nel mondo, simulando possibili conseguenze economiche.
L’analisi si fonda innanzitutto sulla consapevolezza che è in corso una crisi umanitaria grave nel Paese aggredito dalle forze russe, con ripercussioni già in parte evidenti sull’economia mondiale.
L’Europa, con la questione energetica, è osservata speciale per gli effetti sulla ripresa, ora in serio dubbio.
Di seguito, le indicazioni Ocse sull’economia globale e le conseguenze su di essa della guerra, con Pil e inflazione in focus.
Che impatto avrà la guerra secondo l’Ocse
Sono tre i punti fermi dell’analisi Ocse sull’impatto della guerra in corso:
- Necessario supporto per i rifugiati;
- Crescita economica più debole, maggiore inflazione;
- L’aumento dei prezzi di energia e cibo colpisce più duramente i poveri
Le persone fuggite dall’Ucraina sono almeno 3 milioni finora, rifugiati soprattutto nei Paesi vicini. Accanto al disastro umanitario in corso, il danno economico rischia di diventare sempre più grave.
Nello specifico, queste le stime Ocse: crescita economica mondiale in calo di oltre 1 punto percentuale nel 2022 e l’inflazione, già alta all’inizio dell’anno, in potenziale aumento di circa altri 2,5 punti percentuali sul totale nel mondo.
Il dramma maggiore riguarda le materie prime, con Russia e Ucraina che “rappresentano circa un terzo delle esportazioni mondiali di grano e sono importanti produttori di fertilizzanti e metalli utilizzati nell’industria come nichel e palladio”.
Com meno produzione di frumento, mais e fertilizzanti la fame e l’insicurezza alimentare peggioreranno a livello globale.
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L’Europa rischia la crisi peggiore
L’Ocse si è soffermata sul continente europeo, ribadendo che “le economie avanzate della regione Asia-Pacifico e delle Americhe hanno legami commerciali e di investimento con la Russia più deboli rispetto all’Europa e alcune sono importanti produttori di materie prime, ma la crescita sarà comunque colpita dalla domanda globale più debole e dall’impatto dei prezzi più elevati sui redditi e sulla spesa delle famiglie.”
Tutto il mondo subirà le conseguenze del conflitto e dei prezzi alle stelle, ma l’Europa più di altri.
Il segretario generale dell’Ocse Mathias Cormann ha lanciato un monito ai politici europei:
“L’Ue fa molto affidamento sulla Russia per la sua fornitura di energia. Il 27% delle importazioni di petrolio greggio dell’UE, il 41% delle sue importazioni di gas naturale e il 47% delle importazioni di combustibili solidi provengono dalla Russia. Ci vorranno alcuni anni per compensare completamente questa dipendenza e costruire la sicurezza energetica in Europa, ma l’azione dovrebbe iniziare ora.”
Stando ai grafici presentati dall’organizzazione, è parso chiaro quanto inflazione e prezzi energetici abbiano impattato duramente sull’economia europea:
In viola i balzi di prezzo per l’Ue, in arancio quelli Usa. Nel gas, non c’è confronto sul peso dei costi.
D’altronde, anche nella simulazione sugli effetti per Pil e inflazione della guerra nelle aree del mondo, l’Europa spicca per vulnerabilità:
La guerra in Ucraina sta evidentemente scuotendo le vite e le relazioni geopolitiche in modo netto. Ai Governi e responsabili economici del mondo spettano risposte urgenti.
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