Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità il pericolo Covid è ancora forte e pensare a un’emergenza finita sarebbe un “errore monumentale”
“Un errore monumentale pensare sia passato il pericolo Covid”. Parole che arrivano dal numero uno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, che non vede nei numeri sui contagi in diminuzione in molti Paesi del mondo una fine dell’emergenza.
La campagna vaccinale, unita agli sforzi sul fronte restrizioni di molte nazioni, ha contribuito ad alleggerire una situazione che, sul piano globale, si presentava decisamente preoccupante solo pochi mesi fa.
Ma ora un’estate di maggiori libertà si appresta a variare sensibilmente la quotidianità in molti Paesi, elemento che potrebbe far pensare a un ritorno alla normalità e quindi a una fine del pericolo covid.
Ma Tedros Adhanom Ghebreyesus ha esortato a mantenere vive alcune delle misure atte a limitare la diffusione del coronavirus, chiedendo un’attenzione ancora alta da parte di tutti i governi.
OMS: “errore monumentale pensare a pericolo finito”
La situazione pandemica si mostra in alleggerimento in molti Paesi, complice soprattutto una campagna vaccinale in rapido avanzamento.
L’esempio dell’Italia è ovviamente quello a noi più vicino: 1.820 casi nelle ultime 24 ore con 82 decessi e un tasso di positività al 2,1%.
Ma un momento di maggior respiro - ammonisce il numero uno dell’OMS - non significa la fine del pericolo, che invece resta forte e deve mantenere tutti ben all’erta, in uno scenario che non varia il suo stato d’emergenza.
“Sarebbe un errore monumentale per ogni Paese pensare che il pericolo sia passato. Il mantenimento delle misure pubbliche anti-covid unito all’avanzamento della campagna vaccinale rimane la giusta via d’uscita”.
Altra ragione che spinge a mantenere estrema cautela sono le varianti del virus, che proprio oggi ha distinto in tipologie identificate con le lettere dell’alfabeto greco per questioni di semplificazione e soprattutto per la volontà di slegare i diversi ceppi da Paesi e territori specifici.
Intanto l’Organizzazione resta nel mirino del Partito Repubblicano, che - nell’ambito della questione relativa alle origini del virus - accusa l’OMS di avere stretti legami con la Cina e con il Presidente Xi Jinping.
© RIPRODUZIONE RISERVATA