Gli ordini professionali dovranno pubblicare le note disciplinari e antiriciclaggio dei propri iscritti. Lo prevede la bozza di Decreto all’esame del Consiglio dei Ministri.
Gli ordini professionali potrebbero essere obbligati a pubblicare tutte le note disciplinari e antiriciclaggio dei propri iscritti, in un prospetto annuale. Lo prevede la bozza di Decreto attualmente all’esame del Consiglio dei Ministri.
La previsione interessa i dottori commercialisti, gli avvocati, i consulenti del lavoro e i notai, e riguarda le sanzioni e i controlli cui i professionisti sono sottoposti periodicamente dalle Autorità di competenza.
La pubblicazione riguarderà anche le segnalazioni dei clienti sulle operazioni sospette o scorrette effettuate dal professionista. L’obbligo serve ad attuare la direttiva europea sull’antiriciclaggio 2018/843. Tuttavia si prevedono non poche difficoltà in capo agli organi di autoregolamentazione.
La previsione, invece, non si estende ai periti, consulenti e a chiunque fornisca servizi di contabilità, anche se organizzati in maniera professionale (come i Caf).
Ordini professionali: nuovo obbligo di pubblicazione dei provvedimenti disciplinari degli iscritti
Da ItaliaOggi si apprende che nella bozza del Decreto in esame al Consiglio dei Ministri vi è l’obbligo in capo agli ordini professionali di pubblicare annualmente tutti i provvedimenti disciplinari, antiriciclaggio e le segnalazioni dei clienti degli iscritti. La previsione, quindi, investirà gli avvocati, i consulenti del lavoro, i notai, i dottori commercialisti ed altri professionisti.
Nello specifico, l’obbligo è contenuto nella bozza di Decreto correttivo del dlgs 231/2007, con il quale si recepiva la direttiva Ue 2018/843 in materia di norme antiriciclaggio.
Le nuove disposizioni prevedono che, entro il 30 marzo di ogni anno, gli organismi di autoregolamentazione degli ordini professionali siano tenuti a fornire al Comitato di sicurezza i dati statistici sull’attività degli iscritti (segnalazioni, sanzioni, provvedimenti disciplinari e/o antiriciclaggio).
Cosa deve contenere la relazione annuale
In base ai dati statistici forniti dagli organi di autoregolamentazione, gli ordini professionali devono pubblicare una relazione annuale - entro il 30 maggio di ogni anno - contenente:
- i decreti sanzionatori o altre misure sanzionatorie adottare nei confronti degli iscritti nell’anno precedente;
- le segnalazioni di operazioni sospette pervenute dai clienti o dagli organi di autoregolamentazione;
- le misure disciplinari adottate nei confronti degli iscritti per ogni genere di violazione: dei controlli interni, di conservazione della documentazione, di verifica della clientela e mancata segnalazione di operazioni sospette.
Restano esclusi dall’obbligo e, quindi, dall’attività di monitoraggio, i periti, i consulenti e chi rende servizi di contabilità, anche avvalendosi di un’organizzazione professionale (ad esempio i Caf).
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