Partite Iva in sciopero: la richiesta al Governo per nuovi aiuti (e non solo)

Antonio Cosenza

09/03/2021

Le Partite Iva scendono in piazza: “Mettiamo in mora lo Stato italiano” . Richiesto un incontro urgente al Governo per discutere di nuovi aiuti a sostegno delle attività penalizzate dal Covid.

Partite Iva in sciopero: la richiesta al Governo per nuovi aiuti (e non solo)

Nella giornata di domani, mercoledì 10 marzo, è in programma il primo storico sciopero delle Partita Iva. Non ci sono dubbi riguardo al fatto che la piccola e media impresa sia stata molto danneggiata dalla scoppio della pandemia: gli aiuti erogati dal Governo Conte non sono stati sufficienti per evitare il fallimento di alcune attività, mentre molti altri lavoratori lavoratori attendono da mesi i nuovi aiuti promessi dal Governo Draghi (il quale sta ritardando nell’approvazione del Decreto Sostegno, ex Ristori).

Per questo motivo i lavoratori con Partita Iva hanno scelto, per la prima volta nella storia della Repubblica, di scendere in piazza per una manifestazione organizzata.

Lo sciopero è stato proclamato su impulso dell’associazione “Partite Iva - Insieme per cambiare”, movimento nato su Facebook durante il primo lockdown. Oggi questo conta più di 450 mila iscritti, anche grazie al contributo dato da altre associazioni che ne hanno aderito (come ad esempio l’Apit, Pin, Movimento Impresa, l’Italia che Lavora, Rete P.Iva e tante altre). Appuntamento alle ore 10:00 in Piazza del Popolo, con l’obiettivo di sollecitare il Governo Draghi rispetto ad alcuni temi ritenuti di estrema importanza.

Sciopero delle Partite Iva, 10 marzo 2021: le richieste al Governo

La manifestazione del 10 marzo 2021 è stata organizzata per sollecitare il Governo Draghi all’apertura immediata di un tavolo di concertazione, dando ascolto alle istanze dei lavoratori con Partita Iva, tra i più penalizzati dal Covid.

Nel dettaglio, le proposte dell’associazione “Partite Iva - Insieme per cambiare” si muovono su due diverse direzioni. Da una parte bisognerà capire cosa fare nello stato di emergenza che stiamo attraversando, dall’altra sarà necessario definire le migliori misure per il piano programmatico di rilancio.

Ecco alcune delle proposte delle quali si fanno sostenitrici le Partite Iva:

  • riconoscere maggiori indennizzi alle attività più colpite dalle restrizioni;
  • far sì che le imprese possano avere liquidità immediata;
  • riduzione del carico fiscale, di almeno il 30-35%;
  • presunzione di innocenza in campo fiscale, tenendo conto del principio per cui “nessuno è evasore fino a prova contraria accertata da sentenza definitiva”;
  • no al pagamento anticipato delle imposte (come ad esempio gli acconti d’imposta);
  • sanatoria dei debiti pendenti, tenendo conto dell’effettiva capacità contributiva di ognuno e permettendo di pagare con dilazioni lunghe (dai 10 ai 15 anni);
  • nessun limite al contante;
  • introdurre ammortizzatori sociali a protezione del reddito anche ai lavoratori autonomi;
  • semplificazione della burocrazia.

Le Partite Iva scendono in piazza per la messa in mora dello Stato italiano

Queste le proposte che porteranno le Partite IVA a scendere in piazza. E non solo; si parla anche di mettere in mora lo Stato italiano per i mancati ristori dovuti alle chiusure imposte dai vari DPCM.

Come spiegato dal vice presidente dell’associazione, Francesco Tribuzio, infatti, “è dovere dello Stato riconoscere un risarcimento alle attività ingiustamente declassate a capro espiatorio rispetto ad altre categorie”; c’è chi ha continuato a percepire lo stipendio e chi invece ha dovuto far fronte a notevoli riduzioni di fatturato senza ricevere l’aiuto sperato.

Istanze che porteranno le Partite Iva a scendere in piazza per manifestare contro il trattamento ricevuto in questi mesi e per chiedere di essere coinvolte nel processo decisionale. Il loro futuro non può più aspettare: molti lavoratori sono già stati costretti a chiudere l’attività, tanti altri potrebbero farlo presto.

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